Taormina. Organizzata dall’Associazione Italiana Sommelier, sezione di Taormina, ha avuto luogo nella Perla dello Ionio, negli ampi saloni dell’Hotel Diodoro, una degustazione di vini vulcanici ovvero di vini prodotti da uve coltivate su terreni vulcanici.
Essa è stata denominata “La Fucina di Efesto” mirata a dare il giusto riconoscimento a detti straordinari vini: gran parte dei terreni vulcanici (che ricoprono l’1% della superficie terrestre) hanno come caratteristica quella di una grande mineralità ed acidità, sono ricchi di fosforo, magnesio, zolfo e potassio capaci pertanto di rendere il terreno particolarmente adatto alla coltura di vini di grande qualità. Le tipologie di terreno possono essere le più disparate: argilloso, roccioso, ricco di silicio, ferro, sodio o altra composizione chimica – caratteristiche che dipendono dalle pregresse attività geologiche dell’area – e ciascuna è in grado di donare al vino sentori differenti.
Una degustazione che non poteva avere location migliore, ovvero proprio ai piedi dell’Etna, e che ha visto fra i suoi conduttori oltre al delegato della sezione AIS Sicilia-Taormina Gioele Micali anche i sommelier professionisti, l’abruzzese Massimo Iafrate e l’umbro Paolo Tamagnini. Coadiuvati da uno staff di servizio impeccabile coordinato da Davide Federico e di cui hanno fatto parte Maria Letizia Rizzo, Marjose Pantano, Carmelo Rigano e Gianluca La Limina sono stati portati in degustazione in rappresentanza delle aree vulcaniche di tutto il mondo nove vini. Tre di essi bianchi, un Sauvignon blanc neozelandese annata 2018, Greywacke, della zona di Marlborough; un Soave classico del 2019, uve Garganega dei Vigneti di Foscarino ed un Assyrtico del 2020 proveniente dall’isola di Santorini, Hatzidakis Cuvée no.15.
Poi i rossi a cominciare da un Rasola 2020 Terra Costantino Etna Doc, un mix di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante, Catarratto, Minnella, Francese e altre uve autoctone per poi passare via via a un sofisticato quanto intrigante Pinot Nero dell’Oregon, annata 2016, Keeler Estate Vineyard, a un Lacryma Christi del Vesuvio Doc Villa Dora “Forgiato 2008”, a un Carmenere, annata 2018, Clos de Luz “Almahue Massal 1945” cileno, per poi cedere il passo ai vini da dessert Tokaij Aszu “Oremus” 2006, 5 puttonyos, e per concludere a un Madeira Tinta Negra Leacock’s Medium Rich del 2017. A seguire una proposta culinaria a cura di un rinomato chef del territorio.
Il sold out, ampiamente previsto e già raggiunto molti giorni prima, ha fatto sì che la serata avesse la meritata cornice di pubblico (appassionati del vino, esperti del settore, giornalisti, delegati AIS di altre provincie, sommelier e aspiranti tali) che è ormai divenuta una delle caratteristiche degli eventi AIS della sezione di Taormina sempre molto ricercati nelle proposte offerte e ben diretti da qualificati relatori.