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Il femminicidio di Lorena Quaranta a Furci, la Cassazione rinvia e chiede di valutare le attenuanti per De Pace

La prima sezione della Corte di Cassazione ha disposto l’annullamento con rinvio, limitatamente alla ritenuta applicabilità delle attenuanti generiche, della sentenza di condanna all’ergastolo nei confronti dell’infermiere calabrese Antonio De Pace per il femminicidio di Lorena Quaranta. La studentessa in Medicina, originaria di Favara, in provincia di Agrigento, fu uccisa in una villetta a monte del centro abitato di Furci Siculo, dove i due convivevano, durante la notte del 31 marzo del 2020.

La Cassazione – come riferisce l’Agi – ha disposto il rinvio alla Corte d’assise d’appello di Messina. Il procuratore generale aveva chiesto la conferma della sentenza. Ad assistere De Pace, l’avvocato Salvatore Staiano e l’avvocato Bruno Ganino. Lo scorso luglio la Corte d’assise d’appello di Messina aveva confermato la condanna all’ergastolo per De Pace confermando anche il risarcimento per le parti civili, in particolare i familiari difesi dall’avvocato Giuseppe Barba, il Cedav rappresentato dall’avvocata Maria Gianquinto e per “Una di Noi” rappresentata dall’avvocata Cettina Miasi.

Il femmicidio allora destò grande turbamento non solo a Furci ma in tutta la Sicilia, per come era stato consumato. Il sindaco Matteo Francilia decretò il lutto cittadino e lo stesso avvenne a Favara dove la giovane risiedeva. Nel 2022 l’Università di Messina le ha accordato la laurea, consegnando la pergamena alla famiglia.

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