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I genitori dei pazienti del Ccpm di Taormina pronti a manifestare a Palermo per chiedere la deroga

Di nuove proroghe non ne vogliono sentire più parlare. Dopo anni di tira e molla e di una situazione di continua incertezza, il comitato dei genitori dei piccoli pazienti del Ccpm di Taormina vuole stabilità che, in poche parole, significa ottenere una deroga al decreto Balduzzi del 2015 il quale, in base ai parametri sul bacino di utenza, prevede che per la Sicilia ci possa essere un solo reparto di Cardiochirurgia.

Per questo una nutrita delegazione dei genitori martedì 12 marzo sarà a Palermo di fronte Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione Siciliana, per una manifestazione finalizzata a sensibilizzare ancora una volta le istituzioni regionali a salvare il Centro di cardiochirurgia pediatrica del Mediterraneo.

A fine gennaio, come ricordiamo, era stata siglata la nuova proroga della convenzione tra l’Asp di Messina e l’ospedale pediatrico Bambin Gesù in merito alle attività del reparto istituito nell’ospedale San Vincenzo di Taormina. Proroga che – ad oggi – consente al Ccpm di restare in attività fino al 31 luglio “in attesa – aveva commentato allora il presidente Schifani – che entri a regime la Cardiochirurgia pediatrica del Civico di Palermo”. Era stato lo stesso governatore siciliano a evidenziare che “in questi sei mesi, comunque, va trovata una soluzione definitiva, e continuiamo a lavorare per raggiungere questo obiettivo, non nascondendo le difficoltà dei vincoli posti dal vigente ‘decreto Balduzzi’”.

Il decreto Balduzzi però, come fanno notare dal comitato dei genitori, in passato è stato già derogato più volte sia in Sicilia che in altre regioni italiane. Ad esempio, usufruendo della deroga, nella nostra regione possiamo contare su due reparti ‘grandi ustioni’ che come bacino di utenza, in base al provvedimento vigente, risponde agli stessi parametri. Nel 2019 la Regione stabilì che l’unico reparto di cardiochirurgia pediatrica afferente per la Sicilia doveva essere quello del Civico di Palermo, anche per questo non venne chiesta la deroga perché si ritenne che il centro di Taormina avrebbe potuto rappresentare il punto di riferimento per la Calabria, considerato che lo stesso decreto Balduzzi prevede di poter ‘unire’ regioni limitrofe per garantire specifici reparti come la cardiochirurgia pediatrica. Tutto questo non è avvenuto.

Così, tra promesse non mantenute e previsioni errate, siamo arrivati ad oggi. E di tempo per le mamme e i papà dei pazienti del centro di Taormina non ce n’è più. La scadenza si avvicina. Per questo hanno promosso il sit-in a Palermo, organizzando anche il trasferimento con un pullman, per lanciare un nuovo appello alle Istituzioni a non chiudere l’eccellenza del Ccpm. I genitori porteranno con sé anche un documento che hanno realizzato e che è stato già consegnato ai politici, nel quale si spiega, anche con l’ausilio dei numeri, il perché sarebbe un grave errore chiudere il centro di Taormina, sul piano sanitario, del tessuto sociale, economico ma soprattutto sul piano umano.

Lo scorso novembre una delegazione dei genitori aveva già avuto un incontro con il presidente Schifani. A sostegno del centro pediatrico di Taormina, diretto dal primario Sasha Agati, in questi mesi si sono susseguiti inoltre tanti appelli e visite di personaggi famosi, da Fiorello a Flavio Insinna.

Di cosa si occupa il Ccpm di Taormina? Riportiamo alcuni stralci del dcumento realizzato dal comitato dei genitori.

“Il centro, che “doveva essere temporaneo”, nella realtà dei fatti non lo è stato, diventando in più di 13 anni una struttura di eccellenza riconosciuta a livello internazionale, grazie ai grandi investimenti in materiale umano ed economico, fatti dalla Regione Sicilia e da noi contribuenti. Denaro pubblico utilizzato non solo per pagare i costi della convenzione con il Bambin Gesù e per l’acquisto e la manutenzione di macchinari ad alto costo ed altamente tecnologici, ma soprattutto nella formazione del personale sanitario (medici, infermieri, perfusionisti) altamente qualificato, personale di difficile reperimento visto i pochi reparti presenti in tutta Italia, le quali competenze verrebbero perse nel caso di chiusura del reparto Il CCPM oggi non è un semplice reparto, ma un vero e proprio polo pediatrico cardiologico, formato dalla Cardiochirurgia Pediatrica con relativa Terapia Intensiva post chirurgica; dalla sala IBRIDA di Emodinamica, dotata di dispositivi avanzati di imaging, quali intensificatori di brillanza e sistemi di mappaggio per le procedure di elettrofisiologia, che consente di intervenire chirurgicamente durante le procedure di emodinamica; da un reparto di Cardiologia pediatrica e da un’Unità di Terapia Intensiva Neonatale (UTIN). Le singole strutture del CCPM sono dirette da dirigenti medici che offrono giornalmente non solo la loro esperienza e professionalità, ma soprattutto rappresentano la presenza in Sicilia dell’Ospedale Pediatrico più completo ed importante d’Italia (Bambin Gesù), che ha permesso negli anni di raggiungere quegli obiettivi prefissati dalla Regione nel 2010, ovvero diminuzione della mobilità passiva, aumento della mobilità attiva e formazione di personale altamente specializzato; risultati pienamente realizzati dal centro Taorminese, superando ogni più rosea aspettativa con numeri in continua crescita.

Il reparto oggi fornisce h 24 per 365 giorni l’anno, grazie allo staff sanitario formato da dipendenti ASP, guidati e coadiuvati dai primari di Cardiologia, Anestesia, Cardiochirurgia e dal coordinatore infermieristico, del Bambin Gesù di Roma: – interventi di Cardiochirurgia pediatrica sia con CEC (circolazione extracorporea) che senza; – terapia intensiva cardiochirurgica, ECMO (procedura di circolazione extracorporea che incorre come supporto nei soggetti con insufficienza cardiaca, respiratoria o cardiorespiratoria). – visite ambulatoriali e specialistiche in Cardiologia pediatrica; – procedure di emodinamica diagnostica (cateterismi diagnostici in anestesia totale, elettrofisiologia…); – procedure di emodinamica interventistica (cateterismi interventistici, angioplastica, posizionamento di stent, valvuloplatica, etc). – da un’Unità di Terapia Intensiva Neonatale (UTIN).

Si tratta per la maggior parte, di interventi ad alta difficoltà, in cui si opera spesso su pazienti appena nati, di poche centinaia di grammi di peso e che solo l’intervento tempestivo può garantirne la sopravvivenza. È importante evidenziare inoltre come il CCPM sia l’unico centro del meridione al di sotto di Napoli che si occupa di Elettrofisiologia pediatrica, quella branca della cardiologia pediatrica che si intreccia con la cardiochirurgia pediatrica e che tratta le aritmie cardiache non solo con i farmaci come spesso fanno in altri presidi, ma utilizza metodiche interventistiche (con dei cateteri dedicati e di pochi mm) su bambini anche al di sotto del kg di peso corporeo”.

 

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