S.Alessio Siculo – Al termine del Progetto “La macchia mediterranea e la biodiversità nella valle d’Agrò e nei Monti Peloritani”, gli alunni della classe quinta della scuola primaria e della classe prima della scuola secondaria di primo grado del plesso “A. Gussio” di Sant’Alessio Siculo facenti parte dell’Istituto Comprensivo di S. Teresa Riva diretto dalla Prof.ssa Enza Interdonato, hanno effettuato un’uscita didattica a piedi lungo il percorso ecologico della Val d’Agrò. I ragazzi, accompagnati dalle docenti Linda Cigala, Elisa Triolo e Carmela Leo, presente il funzionario della Città Metropolitana di Messina Giuseppe Cacciola, sono stati guidati dall’esperto naturalista Prof. Domenico Contartese lungo il percorso ecologico che da S. Alessio Siculo porta all’Abbazia dei Santi Pietro e Paolo. L’esperto ha illustrato con professionalità e passione le risorse ambientali del luogo, soffermandosi in particolare sulla ricca flora di cui si era trattato durante i dieci incontri tenutisi in teleconferenza durante l’anno scolastico e sulla fauna locale (insetti, api, calabroni, vespe, libellule e coleotteri vari). Le prime piante attenzionate sono state le ginestre, il carrubo, il lentisco e il corbezzolo (pianta simbolo della nostra bandiera italiana), specie arbustive e arboree caratteristiche della macchia mediterranea. La descrizione di queste piante ha compreso approfondimenti sui caratteri utili al loro riconoscimento, sugli adattamenti delle stesse all’aridità estiva tipica del nostro clima e sull’importanza che esse hanno avuto per i nostri antenati, nel corso dei secoli passati, come piante da fibra, medicinali o commestibili. Alla fine del percorso gli studenti hanno visitato l’Abbazia dei Santi Pietro e Paolo, monumento simbolo della Val d’Agrò risalente al 560 d.C., fondata dai Padri Basiliani e sottoposto a restauro nel 1172 dall’architetto Gherardo il Franco, di stile architettonico siculo-normanno, con elementi di origine bizantina e musulmana. Particolare interesse hanno suscitato la policromia delle facciate resa possibile dal sapiente alternarsi di mattoni in cotto, pietra lavica e pietra calcarea), gli archi intrecciati di origine musulmana rielaborati dai Normanni e le cupole in stile arabo.