Furci Siculo – Quando il medico del 118 di S.Teresa di Riva e gli infermiere giunti con oltre un’ora di ritardo nella casa di Carmelo Giannetto, colpito da infarto verso l’una di notte, il 52 enne disse ai suoi familiari prima di salire sull’ambulanza, “denunciateli tutti”. Giannetto, dipendente del Consorzio autostradale, è morto dopo qualche ora in ospedale di Taormina. I familiari successivamente hanno denunciato la dottoressa del Pte di S.Teresa e l’Asp. Il Tribunale ieri ha condannato per negligenza ed imprudenza Ermelinda Cicala per omicidio colposo e omissioni atti d’ufficio (un anno e mezzo, pena sospesa) oltre al pagamento in solido di oltre 40 mila euro. La triste vicenda ci è stata raccontata dal cognato di Giannetto e sa veramente dell’incredibile. Il 52 enne di Furci, conosciuto e stinato da tutti, è stato colpito da infarto verso l’una di notte. I familiari hanno chiamato ripetutamente il 118, ma non hanno ottenuta risposta alcuna, perché quella notte stranamente la linea telefonica era andata in tilt. Il cognato si è precipitato in auto al 118 di S.Terersa, bussa più volte e quando aprono spiega che suo cognato sta morendo, che hanno chiamato da mezzora il 118 ma nessuno risponde e di adoperarsi subito. La dottoressa Cicala però si è rifiutata di intervenire, asserendo che loro possono agire solo dopo richiesta dalla Centrale operativa. Il cognato ha insistito, li ha supplicati, ma non si è mosso nessuno; è stato informato dallo stesso medico che solo rivolgendosi ai carabinieri sarebbero potuti intervenire, per cui a tutta velocità si è recato dai carabinieri di S.Teresa di Riva, che tempestivamente hanno segnalato il caso alla direzione del 118. A questo punto viene allertato il Pte e la dottoressa in autoambulanza raggiunge l’abitazione di Giannetto. Al paziente che stava morendo non è stato somministrato alcun farmaco, hanno detto i familiari, mancava pure il defibrillatore ed è stato portato in ambulanza su una sedia. Ma in ospedale è arrivato troppo tardi. Morirà dopo qualche ora nel dolore e nella disperazione della moglie, dei figli e dei fratelli.