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sabato, Novembre 23, 2024
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Ferragosto, sulla spiaggia di S.Alessio un bambino si taglia il pisellino: all’ospedale di Taormina, Messina e Milazzo non c’era un chirurgo per operarlo. Vergognoso

S.Alessio Siculo – La storia è triste, commovente, che tocca il cuore e che fa pure rabbia perché la sanità in Sicilia è storia da Terzo Mondo. Di Ferragosto negli ospedali di Messina e provincia non si è trovato un chirurgo per operare un bambino che si era tagliato il pisellino. All’ospedale di Taormina, all’ospedale Policlinico di Messina, all’ospedale di Milazzo non c’è stato un medico che si sia attivato per dare aiuto ad un bambino che piangeva, che aveva dolori, che perdeva sangue dal pene, tranciato mentre si toglieva il costume. La mamma (che ci ha raccontato il triste calvario), una giovane ucraina che abita a S. Alessio Siculo appena ha visto che il bambino perdeva sangue dal pisellino lo ha portato all’ospedale di Taormina, dove stranamente non c’era un chirurgo in servizio. Da Taormina al Policlinico di Messina, qui ancora più vergognosa la vicenda. Dopo un’ora d’attesa dietro la porta del pronto soccorso è stato detto alla madre che non c’era un chirurgo disponibile. Cioè in tutto il Policlinico non c’era un medico che potesse operare. Da Messina sono finiti a Milazzo, ma anche qui la solita storia. Dopo tanto peregrinare, quando finalmente hanno trovato un chirurgo (all’Asl), è stato detto alla mamma che la ferita stava iniziando a rimarginare e non si poteva più intervenire. Vergognoso. Il bambino, appena sette anni, piangente è dovuto tornare a casa con il pisellino penzolante, e con dolori atroci. Pensate, sarà operato mercoledi 23 agosto, dopo otto giorni, forse quando sarà troppo tardi. Perché se l’intervento è tempestivo permette di riparare i tessuti lesionati e favorire il riassorbimento dell’ematoma, viceversa il bambino potrebbe incorrere nella disfunzione erettile permanente. Ma è possibile tutto questo nel 2023? Possibile che ci siano tanta inciviltà e tanta irresponsabilità davanti a casi come questo? Dove stanno il dovere, la professionalità, la capacità umana di chi è pagato per aiutare, curare e intervenire in difesa di chi sta male? Un episodio che certamente farà discutere, e farà discutere soprattutto perché a soffrire e penare è stato un bambino di sette anni.

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