Da mesi sono barricati in casa, non possono dormire per il rumore continuo dei camion e delle potenti gru; non possono mangiare perché la polvere entra da tutte le fessure e si deposita persino sulla tavola; non possono uscire di casa perché c’è il rischio di restare travolti da uno de tanti camion impegnati quotidianamente in contrada Lacco, dove è ubicata la casetta di Francesco e Marzia e dove è piantato il cantiere per realizzare la galleria Forza d’Agrò relativa alla costruzione del doppio binario ferroviario. Dopo settimane e settimane di insistenti ma inascoltate proteste, ieri i coniugi Francesco Spadaro e Marzia Scalera hanno deciso di passare ai fatti contro le Ferrovie dello Stato e contro la ditta WeBuild. In due, contro tutti. Sono entrati nel cantiere, hanno ripreso con il cellulare in diretta sui social tutti i lavoratori, i dirigenti, i camion che andavano e venivano, la polvere che sollevavano, il pericolo di essere travolti. Hanno gridato contro la negligenza di chi dovrebbe garantire e assicurare l’incolumità e la vita tranquilla, anche di fronte a un cantiere delle Ferroviere dello Stato, anche di fronte alla realizzazione di una galleria per il doppio binario. Sotto accusa la ditta WeBuild e le Ferrovie, che da quando hanno messo su il cantiere a Nizza di Sicilia e questo di S.Alessio Siculo di problemi ne hanno creato, con famiglie che stanno patendo le pene d’inferno. E non tutti stanno zitti, ci sono quelli che protestano, come Francesco e Marzia. Quest’ultima, intervista dalla Gazzetta Jonica, ha dichiarato: “Siamo proprietari della casa in via Lacco 14 esattamente davanti l’accesso di un cantiere non regolamentato di WeBuild e Ferrovie dello Stato. Da febbraio stiamo cercando di farci ascoltare perché quello che stanno facendo non è corretto, perché non è un cantiere delimitato. Non hanno rispettato l’antipolvere, gli antirumori. Stanno allestendo un cantiere che è pericoloso per le nostre bambine. Da febbraio con gli avvocati stiamo cercando di avere una risposta che non abbiamo mai ricevuto. Adesso dopo che abbiamo fatto la diretta, all’ennesima protesta, all’ennesimo rimbalzo via mail di cercare una soluzione pacifica, incredibilmente ci stanno dicendo che è un cantiere dove noi non possiamo stare. Ma non è scritto da nessuna parte, non è vietato l’accesso. Stanno mettendo adesso retine cantierati che poi comunque non sono assolutamente le barriere antirumore e anti polvere previsti dal progetto e che invece i ragazzi di Nizza, che stanno lottando come noi per lo stesso accesso alla talpa, dopo che hanno bloccato il cantiere, sono riusciti ad ottenere”.