Era fine marzo 2021 quando venne dichiarata la morte cerebrale di Augusta Turiaco, docente di musica 55enne di Messina, a causa di un’emorragia provocata da una trombosi. L’insegnante si era sentita male subito dopo aver avuto iniettata la prima dose del vaccino AstraZeneca, e morì venti giorni dopo al Policlinico. Un nesso causale con la somministrazione del vaccino messo nero su bianco a fine 2021 dai periti della Procura di Messina che però alla fine chiese l’archiviazione delle indagini.
A quasi tre anni di distanza dalla morte, l’avvocato Daniela Agnello, legale dei familiari di Augusta Turiaco, ha chiesto alla Procura di Messina “la riapertura delle indagini su AstraZeneca per l’ipotesi di omicidio colposo”. Il legale in un esposto chiede “l’accertamento della verità con la risposta agli allarmanti interrogativi rimasti privi di accertamenti rispetto ad un vaccino ritirato dalla somministrazione che ha causato la morte di giovani donne e uomini”. Nel documento – come informa l’Ansa – chiede se “la documentazione scientifica relativa agli studi sugli adenovirus è stata utilizzata al fine della sperimentazione del vaccino Astrazeneca”. E anche se “il rischio di trombosi ben individuato negli studi scientifici doveva essere citato all’interno del foglio illustrativo e del modulo del consenso informato della professoressa Turiaco?”. “Allo stato attuale, – scrive il legale – permangono le diverse ombre e gli inquietanti dubbi e si auspica che questa volta il Coordinamento delle Procure italiane ed europee, dopo aver acquisito il nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino AstraZeneca e i decessi, voglia indagare e accertare i fatti, approfondire e fare chiarezza anche in nome delle tante vittime del vaccino AstraZeneca”.