È stato fissato per il prossimo 19 aprile il processo per Fares Bayer, il 18 enne di origini tunisine accusato di aver ucciso lo scorso 18 agosto a Letojanni Massimo Canfora, trovato nel suo appartamento in una pozza di sangue. Per l’accusa non c’è più tempo di attendere, le prove a carico del tunisino sono schiaccianti e si può subito andare in aula. Bayer è difeso dagli avvocati Giuseppe Marino e Giovanbattista Freni mentre i familiari di Canfora dal torinese Giacomo Rossini. Il giorno dell’omicidio, avvenuto in maniera brutale tra le 7.15 e le 8.00, in una palazzina in via Nenzi, con un coltello lungo 29 centimetri di cui 15 di lama che ha trafitto violentemente più volte il corpo del povero netturbino, i carabinieri della Compagnia di Taormina guidata dal Capitano Giovanni Riacà e quelli della locale Stazione di Letojanni guidati dal Luogotenente Tony Zarrillo hanno dato dubito un volto e nome all’assassino, grazie ad alcune testimonianze e telecamere di videosorveglianza. Rintracciato nella sua abitazione gli uomini dell’arma hanno rinvenuto alcuni indumenti sporchi di sangue, che sono stati sottoposti a sequestro per le successive analisi di laboratorio. Il 18enne deve anche rispondere di calunnia aggravata perchè nell’interrogatorio cerco di addossare la colpa del delitto all’amico e connazionale Hibraim Saoudi.
Delitto Canfora a Letojanni: giudizio immediato per Fares Bayer
