Roma, 31 dic. (askanews) – Un appello alla speranza e all’impegno. Lo rivolge agli italiani Sergio Mattarella nel suo decimo messaggio di fine anno. Parla dalla sala del Lucernario, il Presidente della Repubblica, una delle stanze adiacenti il suo studio nella Palazzina del Fuga. In piedi e senza leggìo, sullo sfondo si vede la riproduzione di una natività di Raffaello e un albero di Natale decorato con palline che riproducono gli articoli della Costituzione.
Eppure per il capo dello Stato “mai come adesso la pace grida la sua urgenza” quella pace che “l’Italia ha sempre perseguito” e che “non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità”. L’augurio di Mattarella è dunque che il nuovo anno porti “vera pace ovunque”.
Non manca nel messaggio di fine anno un ringraziamento a Papa Francesco, in particolare per il Giubileo appena iniziato e per il suo messaggio di speranza. “Quelle di questa sera sono ore di speranza nel futuro, nell’anno che viene” ma per Mattarella “tocca a noi saperla tradurre in realtà” ritrovando le ragioni dello stare insieme e superando le contrapposizioni e le solitudini. Il capo dello Stato registra le ansie di chi rinuncia a curarsi per mancanza di risorse, la precarietà del lavoro, i salari bassi, chi è in cassintegrazione. E mentre nel nostro paese aumenta il turismo tanti giovani, soprattutto laureati sono costretti a cercare lavoro all’estero. E ancora le differenze tra Nord e Sud del paese, il mutamento del clima. Mattarella definisce “sconfortante” che nell’ultimo anno la spesa per armamenti abbia superato di 8 volte quella per combattere il cambiamento climatico.
Dura poco più di 15 minuti il suo discorso, Mattarella è in abito e cravatta blu. Le parole chiave del messaggio sono rispetto e speranza. Il rispetto, dice “è il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità. Il primo passo sulla strada per il dialogo, la collaborazione, la solidarietà”. Il rispetto della dignità della persona che vale anche per i detenuti, per Mattarella è “inammissibile” il numero dei suicidi in carcere: “i detenuti – ha aggiunto il capo dello Stato – devono potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine”.
In conclusione Mattarella ricorda che nel 2025 ricorre l’80esimo anniversario della Liberazione, una ricorrenza “importante” perchè ci richiama alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia. Sono valori che animano la vita del nostro Paese, le nostre comunità” ed è necessario oggi “consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione alla base della comunità nazionale”. “La speranza” insomma, dice il Presidente agli italiani “non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi, il nostro impegno, la nostra libertà, le nostre scelte”.