Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana, ha annunciato un nuovo sostegno per le famiglie a basso reddito, denominato “Reddito di povertà”, presentato come misura temporanea e integrata nella prossima legge di assestamento. Questo fondo iniziale di 30 milioni di euro dovrebbe essere destinato alle famiglie con un Isee inferiore a 5mila euro.
Schifani ha chiarito che si tratta di una risposta urgente per le fasce più fragili della popolazione, senza sostituire il Reddito di Cittadinanza, abolito dal governo nazionale, e con la possibilità di ampliarne i fondi qualora vi fossero ulteriori necessità.
Inevitabilmente si è aperto il dibattito politico, con reazioni contrastanti. Alfio Mannino della Cgil Sicilia ha definito la misura “un insulto alla povertà,” stimando che, con le risorse stanziate, ogni famiglia percepirebbe poco più di 100 euro all’anno. Anche la Uil, con la segretaria regionale Luisella Lionti, ha giudicato insufficienti i fondi previsti e ha chiesto investimenti più strutturati per contrastare la povertà che colpisce sempre più famiglie siciliane. Leonardo La Piana, segretario della Cisl Sicilia, ha visto nel “Reddito di povertà” un valore temporaneo utile, ma non risolutivo, e ha sottolineato la necessità di politiche sociali strutturali.
Sul versante politico, Nuccio Di Paola del Movimento 5 Stelle ha accusato Schifani di limitarsi a una misura simbolica, incapace di coprire i bisogni creati dalla cancellazione del Reddito di Cittadinanza, e ha suggerito che sarebbe stato necessario uno stanziamento di almeno 100 milioni per offrire un aiuto realmente incisivo.