TAORMINA – Il Comune di Taormina prova a mettersi al passo con i pagamenti dovuti al Consorzio Rete Fognante e a dare ossigeno alle casse dell’ente comprensoriale di cui sono soci anche Letojanni, Giardini e Castelmola. La casa municipale taorminese ha disposto ieri di procedere al pagamento al Consorzio Rete Fognante della somma di 400 mila euro. Si tratta di una somma pregressa che riguarda la compartecipazione alle spese di gestione per l’anno 2021 dell’ente presieduto da Mauro Passalacqua. Proprio i mancati versamenti delle quote pregresse da parte dei quattro comuni hanno portato lo scorso anno il Consorzio a notificare dei decreti ingiuntivi, a seguito dei quali le parti sono finite in tribunale, dove si ritroveranno nel giugno del 2023 per discutere il procedimento intentato dalla Rete Fognante.
Nel tempo sono maturate pendenze complessive dei comuni che sono arrivate sino a circa 5 milioni di euro, con un’esposizione di circa 3 milioni e mezzo al momento in cui si è innescato il contenzioso, ora da dirimere. Al momento le quote trasferite dai Comuni rappresentano in pratica l’unica forma di sostentamento del Consorzio, che va avanti sulla base del decreto assessoriale (Enti locali) della Regione Siciliana del 30 marzo 1977, di costituzione e approvazione del relativo statuto, ad oggi ancora in attesa di essere aggiornato.
Rimane, tra l’altro aperto un ulteriore fronte riguardante l’azione intrapresa dal Comune di Castelmola, che ha lamentato di dover versare una cifra ritenuta eccessiva al Consorzio. Il sindaco Orlando Russo ha presentato un ricorso in via giurisdizionale, in questo caso al Tar di Catania, chiedendo che venga nominato un perito. “Vogliamo chiarire che noi depuriamo per il 30% e dobbiamo pagare per il 30%, non il 100%, altrimenti si fa un danno alle casse del Comune e i nostri abitanti pagano una cifra spropositato in bolletta”.