Un appello a Matteo Salvini per poter intervenire sul pratone di Pontida e la richiesta di un incontro con Umberto Bossi. Nel frattempo la consegna dello Statuto della Regione siciliana sull’autonomia (nella foto) al ministro Calderoli “per sottolineare ai padani la presa per il culo che stanno subendo con l’autonomia differenziata” proposta dal governo. Con queste premesse Cateno De Luca si appresta domenica 17 settembre, insieme a una cinquantina di sostenitori, a presentarsi a bordo di un pullman alla tradizione e storica festa della Lega (una volta Lega Nord).
Il leader di ‘Sud chiama Nord’ in questi anni ci ha abituato alla sua verve creativa sul piano politico e comunicativo. La mossa di ‘sfidare’ Salvini a casa sua e sul tema dei temi, ovvero l’autonomia, si presenta in partenza vincente sia con riferimento alle elezioni suppletive di Monza dove De Luca è candidato (Pontida è a pochi km di distanza e, ovviamente, domenica ci saranno molti elettori del collegio che andrà al voto a fine ottobre), sia in vista delle elezioni europee. Il richiamo ‘ai leghisti duri e puri’ e il continuo rievocare alle battaglie sull’autonomia di Bossi, per distinguerli dal nuovo corso intrapreso da Salvini (verso il quale sembra esserci una reciproca antipatia), può rappresentare per De Luca il pertugio nel quale infilarsi per acquisire visibilità, con l’auspicio di drenare voti alla Lega e risultare più attrattivo per tutte le forze autonomiste. Il leader siciliano anche oggi ha ribadito il proprio progetto: realizzare “un’alleanza dei territori per rompere il centralismo statale: noi così attuiamo il nostro statuto dell’autonomia e finalmente si fanno le macroregioni”. Per questo dice di voler “suonare la sveglia ai leghisti duri e puri” e urla a voce alta – rivolgendosi già alle migliaia che calcheranno il pratone di Pontida – “io sono più leghista di voi, non ho pregiudizi”. Per De Luca oggi ‘Roma ladrona’ è rappresentata da Salvini, con il quale esclude qualsiasi “alleanza salottiera”, e secondo lui sarebbero proprio il centralismo romano unito anche a “colpe nostre” le cause della mancata attuazione dell’autonomia in Sicilia.
De Luca ricorderà anche quando i leghisti ‘duri e puri’ (quelli della Lega Nord) attaccavano il Sud e la Sicilia, o quando Bossi proprio da Pontida gridava ‘Padania libera’ e portava avanti il progetto della secessione. Immaginiamo che il leader siciliano non si riferisca a loro quando afferma “sono più leghista di voi”. Riepilogando: no alla Lega ‘salottiera’ di Salvini, no – immaginiamo – ai leghisti che odiavano il Sud, sì ai leghisti ortodossi della autonomia bossiana. Una originale e bizzarra terza via in salsa verde quella che vuole sperimentare De Luca. Manca solo il rito dell’ampolla con l’acqua del Po.