Torino, 21 nov. (askanews) – Un nuovo abbacinante allestimento per la Galleria dei Re e la riapertura al pubblico del Tempio di Ellesiya: il Museo Egizio di Torino si rinnova a duecento anni dalla propria fondazione e lo fa pensandosi come istituzione internazionale capace di fare dialogare l’antichità con il nostro presente. L’intervento dello studio di architettura OMA di Rotterdam riporta la luce, la luce dell’Egitto, intorno alle statue più preziose della collezione e trasporta il museo nel futuro, ma, a differenza di molti futuri che ci vengono proposti, questo è un futuro fortemente umanista.
La memoria come parola chiave, quindi, ma una memoria che è proiezione in avanti, e non nostalgia, una memoria che è ricerca e che vive del dialogo con la società, con le istituzioni pubbliche, ma anche con le imprese private che sostengono i progetti, sempre più ambiziosi, del Museo Egizio. “Questo è un museo l’avanguardia – ci ha detto Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, uno dei maggiori partner dell’Egizio – è un museo nel quale non si espongono delle antichità, ma si comprendono le antichità, si svolge ricerca sulle antichità. E questo significa approfondire la cultura e capire meglio quella grandissima vicenda che è lo sviluppo dell’umanità”.
A visitare i nuovi allestimenti anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha concesso l’Alto Patronato al bicentenario del museo, oltre a una delegazione governativa egiziana. Perché un altro degli obiettivi ambiziosi e coraggiosi dell’Egizio è continuare a stendere un ponte attraverso il Mediterraneo, anche in questi anni difficili e diffidenti. (Leonardo Merlini)