Cinque operai morti e due intossicati. Uno è gravissimo in ospedale, l’altro ha sintomi leggeri. È il tragico bilancio di un’altra strage sul lavoro, avvenuta a Casteldaccia nel Palermitano. Ancora una volta in Sicilia. Le vittime lavoravano sulla rete fognaria per conto dell’Amap, la società che gestisce le condotte idriche a Palermo. Sarebbero stati uccisi dalle esalazioni: morti uno dietro l’altro calandosi in un tombino, secondo una prima ricostruzione. Avevano tra 71 e 50 anni. È la terza tragedia sul lavoro dall’inizio dell’anno, dopo quelle del cantiere alla Esselunga di Firenze (5 morti) e della centrale di Suviana nel Bolognese (7 morti).
Ma la strage di operai di Casteldaccia ha dei dolorosi precedenti in Sicilia. Almeno due – come ricostruisce l’Agi – quelli che presentano circostanze analoghe. L’11 giugno 2008 furono sei i morti a Mineo, in provincia di Catania, mentre pulivano una vasca del depuratore. Quattro erano dipendenti comunali, altri due di un’azienda privata. Sono morti abbracciati, sul fondo della vasca, a cinque metri di profondità. Uccisi dalle inalazioni. Avevano provato a salvarsi a vicenda, con un estremo atto di solidarietà e altruismo che non è servito. Due degli operai avrebbero calato una scala in alluminio nella vasca che ogni mercoledì veniva ripulita e sarebbero entrati con un tubo che immette acqua ad alta pressione. A quel punto, si sarebbero sentiti male e gli altri quattro sarebbero via via intervenuti, morendo uno dopo l’altro, come grani di un rosario doloroso.
Otto anni dopo, il 29 novembre 2016 morirono tre operai e tre feriti, all’interno della cisterna del traghetto ormeggiato nel molo Norimberga del porto di Messina: asfissiati dal gas che si sarebbe sprigionato mentre stavano lavorando a una saldatura.
In queste ore la politica, le Istituzioni e le parti sociali hanno espresso la propria indignazione e solidarietà, dicendosi disponibili a fare di più per ridurre la tragica emergenza delle morti sul luogo di lavoro. Tante belle parole che ascoltiamo e che si ripetono da anni, ma le morti bianche, in Sicilia come nel resto d’Italia, purtroppo non diminuiscono.