Anche nei piccoli Comuni si potrà fare uso dei Taser. Nel corso della discussione al Parlamento nazionale sul decreto Milleproroghe, è stato approvato un emendamento della Lega che dà la possibilità, in via sperimentale (fino a fine anno), a tutti i Comuni, non solo i capoluoghi di provincia o quelli con una popolazione superiore a 20.000 abitanti, di dotare la Polizia locale di questo strumento.
Il Taser è una sorta di pistola elettrica, un dispositivo classificato come arma non letale che fa uso dell’elettricità per impedire il movimento del soggetto colpito facendone contrarre i muscoli.
Per la Lega l’estensione della norma a tutti i Comuni è “una scelta di buonsenso per la sicurezza di tutti i cittadini”.
La notizia ha iniziato a destare curiosità. La misura nasce principalmente per fornire agli operatori della sicurezza uno strumento in più di deterrenza per il crimine, che ha più senso nei Comuni più popolosi rispetto alle piccole municipalità, dove persistono ben altre tipologie di problemi. Tra l’altro per l’operatività del Taser è necessario ovviamente un periodo di formazione degli operatori.
Proprio oggi, ad esempio, nella città di Catania la Polizia ha dovuto far ricorso al taser per immobilizzare un lavavetri 32enne nigeriano irregolare dopo che aveva aggredito gli agenti intervenuti perché, con in mano il suo bastone tergivetro, inveiva e gesticolava tentando di colpire le auto e i passanti.
Per l’uso del Taser il Ministero dell’Interno ha elaborato un protocollo di utilizzo che prevede cinque step obbligatori da parte dell’operatore di polizia: individuazione del pericolo, dichiarazione al cittadino di essere armato di pistola elettrica, esposizione dell’arma, warning arc (scossa di avvertimento con puntamento della pistola), uso vero e proprio del taser con lancio dei dardi. Il Taser può essere usato solo per respingere una violenza o per vincere una resistenza.