I ricci di mare in Sicilia sono una specie a rischio estinzione. È quanto emerge da una ricerca universitaria di Palermo. L’analisi dei fondali è stata eseguita nelle cinque aree marine protette, partner del progetto, di Capo Gallo-Isola delle Femmine (Pa), Capo Milazzo (Me), Isola di Ustica (Pa), Plemmirio (Sr) e Isole Ciclopi (Ct).
“Mancano dati sui ricci di mare e con questo studio – spiega Paola Gianguzza, responsabile scientifico – abbiamo cercato di quantificare la risorsa. Purtroppo, le conclusioni sono sconfortanti perché nelle aree marine protette non abbiamo trovato ricci, non abbiamo trovato la struttura di una popolazione sana, quindi serve un fermo biologico di almeno 3 anni, così come si sta facendo in Puglia”.
Nello specifico, la normativa regionale pugliese impone restrizioni più severe rispetto a quanto previsto dal Decreto Ministeriale del 12 gennaio 1995, che regola la pesca dei ricci stabilendo metodi, quantità consentite e dimensioni minime sia per i pescatori professionisti che per la pesca sportiva. Il decreto prevede inoltre il divieto di pesca dei ricci nei mesi di maggio e giugno su tutto il territorio nazionale. Di conseguenza, in questo periodo, i ricci di provenienza italiana non dovrebbero essere disponibili nei ristoranti, a meno che non siano stati congelati durante la stagione in cui la pesca era consentita.
Nel frattempo i rappresentanti della politica locale sono pronti a raccogliere l’appello degli esperti, e a breve potrebbe essere presentato un disegno di legge per bloccare la pesca dei ricci. Le resistenze sono tante, a partire dai pescatori e dal settore della ristorazione. Infatti, il ‘Paracentrotus lividus’ è considerato, sin dall’antichità, uno dei frutti di mare più ricercati per la delicatezza delle sue gonadi e da sempre ha un importante ruolo commerciale.
“In Sicilia il riccio di mare è sottoposto a una forte pressione di pesca abusiva, anche per il suo valore alimentare ed economico – sottolinea Marco Toccaceli responsabile di ‘Crea – Cooperativa ricerche ecologiche ed ambientali, che ha svolto il monitoraggio visivo dei fondali -. Nella nostra regione solo in 12 hanno licenza di pesca dei ricci, tutti gli altri sono abusivi, ad eccezione dei pescatori subacquei dilettanti che sono autorizzati a pescarne massimo 50. Per questa ragione, bisogna intensificare i controlli”.
(Marta Galano)