Nell’ampio salone delle conferenze, all’interno dell’Hotel Diodoro di Taormina, si è tenuta nella serata di domenica 16 aprile un interessante approfondimento sulla denominazione Friuli Colli Orientali Doc. Al di là della degustazione dei sei vini in cartellone il rendez-vous eno-gastronomico è stato occasione per conoscere meglio il Friuli Venezia Giulia, non solo per i suoi vitigni e i suoi vini ma anche per la notevole quantità di notizie a carattere storico, geografico, ma anche di costume, società, abitudini e curiosità varie, sapientemente centellinate dal Brand Ambassador della Doc Friuli Colli Orientali e Ramandolo Francesco Scalettaris che ha condotto, di concerto con Gioele Micali, delegato della sezione AIS di Taormina, una Masterclass che fin dalle prime battute si è fatta seguire con interesse ed attenzione.
Canus Ribolla Gialla 2021, Valchiarò Nexus Friulano 2021, Il Roncal Ploe di Stelis bianco 2021, lo Schioppettino di Prepotto 2019 Pizzulin Denis, il Refosco dal Peduncolo rosso 2019 Aquila del Torre e il Verduzzo Friulano 2019 Scubla Roberto Cratis: questa la batteria di vini degustata, ovvero tre bianchi, due rossi e un bianco passito dolce. Interessante anche l’abbinamento gastronomico con protagonista il tipico formaggio Montasio assaggiato anche quale componente del celebre Frico, la frittata con patate, cipolla e per l’appunto Montasio medesimo presente in varie stagionature; il prosciutto San Daniele ed un primo piatto ove le due regioni protagoniste, Sicilia e Friuli Venezia Giulia, si son venute incontro in un mix di sapori quanto mai suggestivi.
Il Rotundone, la molecola che sviluppa l’aroma pepato che contraddistingue lo Schioppettino in primis ma anche il Refosco, è stato oggetto di disquisizione come il ripasso circa la suddivisione del territorio vitivinicolo del Friuli che presenta, fra le altre, alcune Doc che resistono strenuamente alla spietatezza dei mercati quali Latisana, Annia, Isonzo ed Aquileia. Ma anche i cenni storici sulla dominazione romana, così come quella di numerosi altri popoli (un po’ come accaduto per la Sicilia), sulla conformazione dei terreni vocati alla viticultura, sui vini macerati, sull’influenza della vicina Slovenia e sulla bellezza di Grado quale località turistica ove ciascuno degli astanti prima o poi ci andrà per la semplice curiosità di verificarne le bellezze hanno fatto da corollario a una serata piacevolissima, non soltanto dal punto di vista didattico.
Una terra raccontata col cuore, che i partecipanti hanno apprezzato e sentito molto vicina. AIS Taormina, grazie al lavoro del suo delegato e, con riferimento alla serata di domenica, grazie alla collaborazione al servizio dei soci Giovanni Tringali e Gianluca La Limina, ha assestato un altro risultato di prestigio che arricchisce un già notevole palmares di successi riguardo la diffusione della cultura eno-gastronomica.
Articolo di Orazio Leotta