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Chi è Mohammed al-Jolani, il nuovo leader dei ribelli siriani

Roma, 7 dic. (askanews) – Leader di una formazione terroristica o statista in erba? A volte, e specialmente in Medio Oriente, le due cose possono coesistere, e sembra il caso di Abu Mohammad al-Jolani, il leader islamista della coalizione di ribelli che ha estromesso il regime del presidente-dittatore Bashar al Assad dalle principali citt siriane nel giro di pochi giorni. Capo di Hayat Tahrir al-Sham (Hts), ex filiale di al-Qaeda in Siria, ha gradualmente abbandonato il turbante jihadista che indossava all’inizio della guerra civile siriana a favore di un’uniforme militare e talvolta di un abito civile.

Nato nel 1982, Ahmed al-Shareh, vero nome di al-Jolani, cresciuto a Mazz, un ricco quartiere di Damasco, in una famiglia benestante. Ha iniziato a studiare medicina. Secondo il sito web Middle East View, stato dopo gli attentati dell’11 settembre che “i primi segni del jihadismo hanno cominciato a comparire nella vita di Jolani, che ha iniziato a frequentare riunioni segrete nei sobborghi di Damasco”. Dopo l’invasione americana dell’Iraq nel 2003, partito per combattere e si unito al gruppo di Al-Qaeda in Iraq prima di essere imprigionato per cinque anni. Dopo l’inizio della rivolta contro Assad nel 2011, tornato in patria per fondare il Fronte al-Nosra, poi diventato Hts. Nel 2013 ha rifiutato di essere appoggiato da Abu Bakr al Baghdadi, il futuro leader dell’Isis, preferendo invece l’emiro di al-Qaeda, Ayman al-Zawahiri.

Dopo aver rotto con Al-Qaeda nel 2017 ha costretto i ribelli radicali nel nord della Siria a fondersi nell’Hts. Oltre a ricevere accuse per abusi e crimini di guerra, ha istituito un’amministrazione civile e ha aumentato i gesti verso i cristiani nella provincia di Idleb, che il suo gruppo controlla da due anni, e ad Aleppo, “liberata” da pochi giorni. Se i suoi ribelli riusciranno a rovesciare il regime di Assad, ci sar una transizione verso “uno stato di governo, istituzioni e cos via”, ha dichiarato, in modo un po’ generico, in un’intervista alla Cnn. Un radicale “pragmatico”, secondo i suoi sostenitori, un opportunista, secondo i suoi oppositori. Ma le sue capacit militari e politiche, sono indiscutibili.

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