Roma, 20 nov. (askanews) – Si fa più cupo il quadro dei rischi sulla stabilità finanziaria nell’area euro, secondo l’ultimo rapporto stilato dalla Banca centrale europea. Gli elevati livelli di valutazione di alcuni titoli e la concentrazione dei rischi rendono “i mercati sono più suscettibili a improvvise correzioni”, avverte l’istituzione, in un contesto di crescita economica che resta fragile e con dinamiche preoccupanti su commercio internazionale, geopolitica e incertezza delle scelte politiche.
In questo studio semestrale (Financial stability review) la Bce parla di “elevate vulnerabilità alla stabilità finanziaria in un contesto volatile”. Sulla crescita economica e i rischi si sono acresciuti nella direzione dell’indebolimento, mentre l’inflazione si è avvicinata al 2% (l’obiettivo perseguito dalla politica monetaria della stessa Bce). Nel frattempo negli ultimi mesi sui mercati finanziari si sono verificati diverse episodi di marcata volatilità, finora di breve periodo.
Con ogni probabilità il riferimento è alla recente vittoria alle presidenziali Usa di Donald Trump. Ma anche prima di questo sviluppo stavano già accrescendo potenziali attriti sugli scambi commerciali tra Ue e Cina, così come tra Usa e Cina, per non parlare dell’alta tensione con la Russia.
Passando all’esame dei conti pubblici, nonostante il declino dei rapporti tra debito e Pil – dopo i forti rialzi seguiti a restrizioni, lockdown e misure compensatorie operati dai governi a motivo del Covid – secondo la BCE i fondamentali restano deboli in alcuni paesi. I costi di servizio del debito continueranno a salire, mentre verranno rinnovati i titoli in scadenza a tassi più alti di quelli a cui erano stati emessi. Gli elevati livelli di indebitamento combinati con prospettive di crescita deboli e con politiche incerte aumentano il rischio di dinamiche di spesa che sforerebbero le previsioni, creando allarmismi di mercato sulla sostenibilità dei debiti.
Guardando al settore dell’immobiliare, la Bce vede un quadro misto, con una stabilizzazione dei prezzi delle case mentre l’immobiliare commerciale è ancora sotto tensione dopo che l’esplosione del lavoro da remoto e dell’e-commerce seguito al Covid e a tutte le sue sfaccettature non sembra destinato a rientrare. Più positivo il quadro sulle famiglie, che traggono beneficio della solidità del mercato del lavoro e che hanno aumentato il livello di risparmio e ridotto l’indebitamento.
Su prestiti e credito, finora l’aumento dei rischi è stato graduale, dice la Bce, ma Pmi e famiglie a basso reddito potrebbero trovarsi in affanno se la crescita dovesse indebolirsi più del previsto, dinamica che influirebbe in maniera negativa sulla qualità del credito di banche e intermediari finanziari. Un altro possibile canale di rischio è sulle esposizioni all’immobiliare commerciale. La Bce tuttavia rileva che la capacità delle banche di assorbire altri deterioramenti del credito viene sostenuta dagli elevati livelli di redditività e dalla solidità delle posizioni patrimoniali e di liquidità.
In questo quadro è necessario mantenere gli attuali margini prudenziali sui requisiti patrimoniali, per preservare la solidità e la resilienza del sistema finanziario, dice la Bce. Inoltre la crescente rilevanza degli intermediari finanziari non bancari e la loro interconnessione con il sistema rende necessarie misure generalizzate per rafforzarne la resilienza. Questo dovrebbe sostenere la stabilità finanziaria e muoversi nella direzione degli obiettivi dell’unione dei mercati dei capitali, che punta a sostenere produttività e crescita economica in Europa.