Roma, 15 nov. (askanews) – “Beppe sta aspettando che si schiantino sul quorum della maggioranza degli aventi diritto: se non succede, sarà battaglia legale”: visto dal lato di chi tifa per il fondatore e garante Grillo, è questo l’esito prevedibile della fase conclusiva del “processo costituente” del Movimento 5 stelle. Chi conosce bene il comico genovese giura che non accetterà supinamente il risultato finale della costituente interna e farà ripetere le votazioni sfruttando i suoi poteri e scommettendo sul mancato raggiungimento del quorum sulle modifiche statutarie. Dal 21 al 24 di novembre gli iscritti voteranno sia sulle proposte programmatiche emerse nel corso delle varie fasi della consultazione, sia sulle altre, sulle quali si è consumato in questi mesi lo scontro fra il garante e il presidente Giuseppe Conte: simbolo, ruoli dirigenziali compresi presidente e garante, limite ai mandati per gli eletti, alleanze. Nella tarda serata di giovedì sono stati pubblicati questi quesiti, gli altri, relativi ai contenuti programmatici, “a causa della grande complessità – spiegano le fonti ufficiali – sono già in corso di pubblicazione, man mano che si conclude il lavoro”.
Nel frattempo sono partite, con la diretta YouTube dedicata alla sanità pubblica, le “Agorà” dibattiti on line riservati agli iscritti, che possono prenotarsi per due minuti di intervento ciascuno sui temi che saranno poi sottoposti al voto. Le discussioni sui temi cruciali dello scontro interno sono in programma lunedì (su ruoli e dei poteri di garante e presidente) e mercoledì (candidature e limite dei mandati, alleanze). Ma si tratta, accusano esponenti della fazione vicina a Grillo, di “un tentativo di mettere una pezza su un dibattito che è stato limitato ai 300 (sorteggiati, ndr), e chi c’era racconta che non erano nemmeno tutti presenti, le sessioni al massimo sono state partecipate da 250 persone”. Da Campo Marzio era stata anticipata nelle scorse settimane l’intenzione di aprire altri spazi di dibattito, che del resto, dice un parlamentare da sempre vicino all’ex premier, “fungerà da campagna elettorale interna, visto che alle Agorà partecipano solo gli iscritti e che i quesiti sono già stati resi noti o lo saranno in questi giorni”.
Ma nella gestione della costituente, accusa un esponente autorevole dell’area più “grillina”, ci sono “cose che gridano vendetta”. Fra queste, ad esempio, spiega, una qualificazione non corretta del quesito numero 12 sulle alleanze, indicato come non bisognoso di maggioranza qualificata ma in realtà finalizzato a modificare l’articolo 11 dello Statuto; o della proposta di far pagare l’iscrizione, finora un tabù per il “non partito” a suo tempo inventato da Grillo e da Gianroberto Casaleggio. “Una vera e propria vendetta, perché nessuno della base l’aveva chiesto”, dicono ancora negli ambienti che condividono la battaglia di Grillo “è la richiesta di cambiare la composizione di comitato di garanzia e collegio dei probiviri: è chiaro che se passa la modifica i vecchi componenti decadono e guarda caso fra quelli che decadono ci sono Danilo Toninelli e Virginia Raggi (ex ministro ed ex sindaca di Roma, ndr) che non sono ‘contiani’”.
Dito puntato, da parte dei “dissidenti”, anche sulla “mancanza di trasparenza sugli iscritti, dopo che ne sono stati cancellati moltissimi: Beppe aveva chiesto quanti sono ora ma ancora non è possibile avere il dato”. E comunque, radio Grillo calcola che “sono passati da 170mila a 90 mila, se applichiamo a tutta Italia la percentuale di riduzione che si è vista nell’ultima votazione limitata agli iscritti del Sud”. Su questo, però, le fonti vicine a Conte ricordano che la procedura delle cancellazioni è stata super-garantista, sono state inviate email agli iscritti “in sonno” consentendo a tutti gli interessati di manifestare il loro eventuale interesse a partecipare alla vita del Movimento. E considerato che i 5 stelle sono passati attraverso un paio di scissioni (la più rilevante, quella guidata dall’ex ministro e capo politico Luigi Di Maio) un declino del tesseramento, in parallelo peraltro con il calo dei consensi elettorali, è più che giustificato. Al più tardi quando si concluderanno le votazioni, il notaio certificherà il numero degli aventi diritto, ma da Campo Marzio non è escludo del tutto che questa cifra possa essere ufficializzata anche prima. Il dato è rilevante, posto che la linea degli oppositori di Conte è puntare tutto sul flop dei votanti. Linea confermata in una sorta di appello che l’ex deputato Marco Bella ha lanciato sul suo blog personale, ospitato dalla piattaforma del Fatto quotidiano: di fronte alla crisi del Movimento, sostiene, la soluzione che Conte propone è “tutelare la carriera politica di alcune figure del M5S con un ipotetico terzo, quarto, quinto mandato e rimuovere chiunque si possa opporre. Che possono fare gli iscritti M5s per salvare il Movimento? Rifiutarsi di avallare l’ennesima ratifica”, dice, far mancare il quorum e sconfiggere così il tentativo di Conte. E poi? Agli iscritti l’ardua sentenza.