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Meloni cauta, si congratula con Trump e scommette su carta Musk


Roma, 6 nov. (askanews) – Era il candidato politicamente più vicino, ma anche il presidente da cui potrebbero venire più problemi. All’indomani della vittoria di Donald Trump, Giorgia Meloni si congratula su X per l’elezione del 47esimo presidente degli Stati Uniti, ma senza che dal suo messaggio traspaia particolare entusiasmo. Anzi, è cauta per ora la premier, racconta chi ha avuto modo di parlarle.

La vittoria – almeno nelle dimensioni – non era attesa, visti i sondaggi che prevedevano un testa a testa tra il tycoon e Kamala Harris. Per questo Meloni, pur ribadendo sempre la sua vicinanza ai Repubblicani, nei mesi scorsi non aveva mai preso una posizione netta in favore di Trump, anche per non guastare l’ottimo rapporto instaurato con Joe Biden. “A nome mio e del governo italiano – ha scritto questa mattina su X – le più sincere congratulazioni al Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Italia e Stati Uniti sono Nazioni ‘sorelle’, legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. È un legame strategico, che sono certa ora rafforzeremo ancora di più. Buon lavoro Presidente”. Parole da “protocollo”, ammette un parlamentare di Fdi. Del resto, spiega un collega di partito, “con Harris ci sarebbe stata una continuità sui principali temi, non ci sarebbero state sorprese, con Trump ci sono delle incognite che dovranno essere valutate”.

In particolare a preoccupare è la posizione sulla guerra in Ucraina, con un possibile (se non probabile) disimpegno Usa nel contrasto alla Russia, e l’annunciato rafforzamento della politica sui dazi, che colpirebbe l’export italiano sia direttamente che indirettamente, visto il riflesso negativo che il protezionismo avrebbe sulla Germania, nostro principale mercato di sbocco (il secondo sono proprio gli States). Rischiano di essere “dazi amari”, ha scherzato Giorgio Mulè di Forza Italia, che però confida nel “pragmatismo” di Trump. Una linea in cui crede anche un ministro. “Le elezioni americane – spiega – non vanno valutate con il nostro metro. Hanno un sistema con una resilienza molto alta e programmi di lungo periodo e non prevedo che sulle grandi questioni i programmi stabiliti cambieranno di molto”.

Adesso la premier punterà a stringere un rapporto con la nuova amministrazione, magari proponendosi come ‘mediatrice’ nei rapporti con l’Ue. Intanto ha inviato al comitato Trump in Florida Andrea Di Giuseppe, deputato Fdi eletto in America, “link” con lo staff del miliardario. Ma soprattutto punterà sul rapporto privilegiato con Elon Musk, che avrà un ruolo di rilievo nella prossima amministrazione. Lei e il proprietario di X e Tesla – che ha anche interessi economici in Italia – si stimano: lui le aveva fatto visita a Palazzo Chigi nel giugno dello scorso anno, poi a dicembre era stato invitato ad Atreju, la festa dei giovani Fdi, e appena lo scorso 24 settembre la premier lo aveva scelto per farsi consegnare il “Global Citizen Award” dell’Atlantic Council a New York e il miliardario l’aveva elogiata: “Ha fatto un lavoro incredibile come premier”.

Il tema dei rapporti con gli Usa sarà giocoforza al centro del doppio summit europeo in programma giovedì e venerdì a Budapest. I leader saranno ospiti di Viktor Orban, unico vero sostenitore di Trump nel Consiglio europeo e spina nel fianco dei 27 su molte questioni, a partire dall’Ucraina. “E’ una vittoria straordinaria, forse il più grande recupero e della più grande lotta nella storia politica occidentale”, ha commentato il premier ungherese. Che proprio su Trump punta per ‘scardinare’ gli equilibri europei con i suoi Patriots, di cui fa parte anche Matteo Salvini, in versione “ultrà” Maga. Un piano che potrebbe creare problemi a Meloni, sia nella politica continentale che in quella interna.






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