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Aventino opposizioni, quorum sul filo per nuovo giudice Consulta


Roma, 7 ott. (askanews) – L’accelerazione impressa da Fratelli d’Italia sull’elezione del giudice della Corte costituzionale riavvicina – almeno su un dossier – Pd, M5s, Avs: i principali partiti di opposizione infatti non parteciperanno all’ottava votazione del Parlamento in seduta comune convocato martedì alle 12,30 a Montecitorio. Da subito chiara la posizione del partito di Elly Schlein che ha parlato di “blitz” del centrodestra e di Alleanza Verdi Sinistra che con Angelo Bonelli ha invitato la premier Giorgia Meloni “a fermarsi e a dialogare con le opposizioni”, oggi pomeriggio fonti parlamentari pentastellate hanno fatto sapere: “Non partecipiamo al voto”.

L’accordo in maggioranza è sul nome di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico della presidente del Consiglio, voluto dalla premier in persona. Per eleggerlo servono 363 voti, i 3/5 dei componenti delle Camere. Per il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani (Fdi) “c’è la possibilità e la volontà di arrivarci finalmente dopo tanto tempo”, dopo tante votazioni a vuoto. Ma nonostante il richiamo ad essere presenti, inviato anche a ministri e sottosegretari che ricoprono la carica di parlamentari, il pallottoliere del centrodestra è fermo a un paio di voti sotto il quorum. Alla Camera sulla carta ci sono 237 voti: 47 di Fi (sarà assente Tajani in missione in Argentina), 117 di Fdi, 64 Lega (il presidente della Camera Lorenzo Fontana non vota) e 9 Noi Moderati. Al Senato i voti su cui contare sono 117: 62 di Fdi (il presidente del Senato Ignazio La Russa non vota), 20 di Fi, 29 della Lega e 6 di Civici d’Italia-Noi Moderati. In tutto fanno 354 parlamentari. Dalla galassia dei gruppi Misti tuttavia arriveranno i voti certi di Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini, Giusy Versace, Lorenzo Cesa, Nino Minardo, Andrea De Bertoldi. E fanno 360. Ufficialmente il gruppo Per le Autonomie al Senato ha scelto la linea dell’Aventino come Pd, M5s e Avs ma la maggioranza si attende almeno il voto dei 4 parlamentari di Svp, gruppo che già in commissione di Vigilanza Rai vota con il centrodestra. La linea – fanno sapere i rappresentanti del Sud Tirolo – uscirà da una riunione convocata in serata. Con loro si arriverebbe a 364 voti per Marini.

Si tratta, in ogni caso, di una votazione decisamente sul filo vista la possibilità di assenze fisiologiche per ritardi o malattie e l’eventualità, che nessuno può escludere, di franchi tiratori in maggioranza. Per preservarsi ogni gruppo darà indicazione di scrivere il nome del futuro giudice in maniera differente: Marini, F.Marini ecc. in modo da contarsi. Si guarda tuttavia con attenzione ai contatti ancora in corso tra tutte le opposizioni, dove prevale l’idea di non partecipare al voto anche se Carlo Calenda, leader di Azione (che conta su 12 parlamentari), non nasconde qualche perplessità: “Quello che non volevo fare è la figura degli imbecilli come l’altra volta sulla Rai. È l’unica aspirazione che abbiamo. Penso che intanto non si possa andare avanti continuamente sull’Aventino. Capisco la difficoltà perché la maggioranza non ha grande voglia di ascoltare ma bisogna insistere. Ci sentiremo con le altre opposizioni e cercheremo una posizione comune”.

L’altra volta sulla Rai il campo largo era deflagrato con M5s e Avs che avevano deciso di partecipare al voto per l’elezione dei componenti del Cda di Viale Mazzini mentre Pd, Azione e Iv avevano scelto di disertare. Una mossa – soprattutto quella del partito di Giuseppe Conte – che in molti temevano si potesse replicare anche sull’elezione del giudice costituzionale con una sorta di ‘soccorso’ pentastellato alla maggioranza nell’ambito della più ampia trattativa sulle nomine Rai. Fino a questo momento, invece, sulla Consulta le opposizioni sembrano ragionare unite.







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