Roma, 27 set. (askanews) – Un avido consumatore di riso al curry e di ramen, tanto da diventare presidente dell’associazione parlamentare che mira alla diffusione di questa zuppa di spaghetti di origine cinese, ma anche un amante della buona letteratura giapponese. Soprattutto un politico tenace ed esperto, che calca la scena nazionale da quasi 40 anni. Shigeru Ishiba, al quinto tentativo, è riuscito a completare la scalata al Partito liberaldemocratico vincendo oggi le elezioni interne e diventando il primo ministro in pectore del Giappone.
In questo caso, il sistema elettorale lo ha premiato. Per questa elezione, votava al primo turno una platea di grandi elettori formata da 367 parlamentari e 367 membri di base. E in questo voto lui è risultato secondo con 154 voti rispetto a 181 di Takaichi. Non avendo ottenuto nessuno la maggioranza assoluta, nella sfida al ballottaggio – in cui votavano i 367 parlamentari e ognuna delle 47 articolazioni territoriali del partito – ha prevalso con 215 voti rispetto ai 194 di Takaichi.
Ishiba ha 67 anni. Dopo essersi laureato all’Università Keio di Tokyo, ha dapprima lavorato in una banca, ma è entrato nel mondo della politica entrando nella corrente liberaldemocratica dell’ex primo ministro Kakuei Tanaka, un politico di forte tempra, scivolato sullo scandalo Lockheed. Nel 1986, dopo aver lavorato per alcuni anni nel partito con la fazione (habatsu) di Tanaka, si è candidato alla Camera dei rappresentanti diventando il più giovane eletto in quella tornata elettorale, con i suoi 29 anni.
Nel 1997 Ishiba ritornò nel partito e Junichiro Koizumi lo portò nel 2002 nel suo governo, prima come direttore generale dell’Ageniza per la Difesa, poi come ministro della Difesa. La sua carriera di governo, tra l’altro si arricchì anche con il ruolo di ministro per l’Agricoltura.
Tuttavia i suoi tentativi di scalare il partito non si fermarono neanche dopo il passo indietro di Abe. Nella sua quarta sfida, alle elezioni per la presidenza del 2020, fu sconfitto dall’ex primo ministro Yoshihide Suga, personaggio scialbo ma sostenuto in quel voto da Abe, e tre anni fa sostenne Taro Kono, attuale ministro per il Digitale e oggi rivale nelle elezioni interne, senza candidarsi.
Prima delle elezioni odierne, aveva annunciato che questo sarebbe stato il suo ultimo tentativo di scalare il partito. La sua candidatura è stata annunciata un mese fa presso il santuario della sua città natale, Tottori. Ha proposto, tra le altre cose, un ministero per la Gestione dei disastri, oltre a un rafforzamento della difesa, una rivitalizzazione delle aree rurali e il proseguimento delle ricette economiche di Kishida.
Ishiba è cristiano protestante, battezzato all’età di 18 anni presso la Chiesa dell’Unione Cristiana del Giappone a Tottori. Negli ultimi anni ha partecipato alla Colazione di Preghiera nazionale dell’associazione evangelica giapponese. Ma, come molti cittadini nipponici, ha un approccio sincretico alla religione, per cui non manca di adempiere alle ritualità buddiste e shinto che fanno parte del patrimonio familiare di tutti i giapponesi.
Le sue posizioni sono considerate spiccatamente nazionaliste e inoltre è noto per avere una forte propensione per le cose militari – qualcuno lo ha definito un “gunji otaku”, cioè un “nerd militare – ma condivide questa passione anche con quella del modellismo, quella per i treni e per la cucina.
Un’altra passione che ha è quello per un gruppo di cantanti “idol” degli anni ’70, le “Candies”. Quando queste si sciolsero, non mancò di esprimere pubblicamente tutto il suo dolore.
Nello stesso tempo ama la letteratura giapponese, da Natsume Soseki e Mori Oogai, scrittori di inizio secolo, oltre che i manga (i fumetti nipponici).
(Immagine tratta dal profilo X di Ishiba)