Roma, 12 set. (askanews) – La Banca centrale europea ha tagliato come da attese il tasso di riferimento nell’area euro di 25 punti base. Parallelamente l’istituzione monetaria ha ritoccato al ribasso le sue previsioni di crescita economica, a riflesso del recente indebolimento dell’economia. Fattore, quest’ultimo, che sta creando crescenti aspettative sul fatto che, andando avanti, la Bce potrebbe ritrovarsi nella necessità di accelerare la manovra di rimozione del freno monetario.
La decisione di oggi è stata unanime ma dalle dichiarazioni giunte nelle ultime settimane è abbastanza chiaro che all’interno del Consiglio persistono resistenze da parte delle componenti più rigorose, rispetto a una sterzata più accomodante della linea, temendo che in futuro l’inflazione possa riservare sorprese negative. Del resto la stessa Bce si attende che nei prossimi mesi possano esserci risalite dell’indice generale, dovute a effetti paragone statistici, anche se poi stima che l’inflazione rientri al livello obiettivo (2%) nella seconda metà del prossimo anno (l’ultimo dato, relativo a luglio ha mostrato una attenuazione al 2,2%).
Lo scorso marzo la Bce aveva poi deciso di rivedere il suo quadro operativo (operational framework). Aveva allora stabilito che a decorrere da mercoledì prossimo, 18 settembre, i differenziali tra i vari tassi chiave sarebbero stati ridotti. In particolare quello tra tasso sui depositi e il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento (Mro) dagli attuali 50 punti base a 15 punti base. Per aggiustare il secondo tasso al nuovo regime dal 18 ottobre di fatto sarà operato un taglio di 60 punti base, dall’attuale 4,25% al 3,65%. 60 punti base saranno anche rimossi dal tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali, portandolo al 3,90%.
Ad ogni modo archiviata come da programma la decisione ora la palla passa la Federal Reserve. Martedì e mercoledì prossimo si riunirà il direttorio della Banca centrale Usa, il Fomc, e dopo i recenti dati sull’inflazione l’ipotesi rimasta in piedi è anche qui quella di un taglio dei tassi sul dollaro da 25 punti base.
Lagarde è stata interpellata anche su altri temi, tra cui il recente rapporto presentato dal suo predecessore, Mario Draghi. Una analisi che ha definito “formidabile”: fornisce una diagnosi grave ma che secondo noi è accurata. E formula proposte concrete di riforme strutturali che sarebbero molto utili per l’Europa”, ha affermato. “E anche per noi – ha aggiunto – per ottenere migliori risultati nella politica monetaria”. Lagarde ha citato tra le altre cose la necessità di completare l’Unione dei mercati dei capitali.
Diverse domande le sono state rivolte anche sul “Risiko” bancario Ue rilanciato dal caso UniCredit-Commerzbank. Posto che le valutazioni sulla possibile aggregazione spettano al ramo di Vigilanza bancaria della Bce (il Ssm) e non a quello responsabile della politica monetaria, secondo Lagarde le due banche “sanno perfettamente quali siano i loro requisiti regolamentari” per procedere. E in generale “sarà molto interessante vedere questo processo dipanarsi”.
Nella Ue “penso che ci siano alcune banche paneuropee. Quello di cui parlate qui è più una fusione transfrontaliera tra due grandi istituzioni, che sarà analizzata dal punto di vista regolamentare. Certamente – ha osservato Lagarde – darà soddisfazione a molti di quelli che avevano aspettative sul prodursi di fusioni transfrontaliere con l’Unione bancaria”.