Roma, 6 ago. (askanews) – Visita “olimpica” di John Elkann a Parigi. Il presidente di Stellantis, Ferrari e Fondazione Agnelli, ma anche ceo di Exor, è stato a Casa Italia per presentare un nuovo progetto realizzato assieme al Coni, ma anche per tuffarsi nell’atmosfera olimpica che da sempre lo affascina. “Qui – racconta ad alcuni quotidiani tra i Quali Gazzetta e Corriere dello Sport – vedi il mondo senza divisioni, una convivenza in armonia, nonostante gli atleti siano tra loro avversari. È un esempio molto positivo di civiltà”. Con Fondazione Agnelli, racconta “nel 2016 abbiamo lanciato il progetto A scuola di sport che ci ha permesso di portare olimpionici e paralimpionici nelle scuole di tutta Italia per dare la loro testimonianza, innescando un circolo virtuoso. Quest’anno abbiamo voluto andare oltre, legandoci al Trofeo Coni, una specie di Olimpiade under 14 che si farà in Sicilia dal 3 al 6 ottobre e che il 4 a Catania ospiterà anche il Presidente della Repubblica Mattarella”. A Parigi ha visto la ginnastica artistica, con due medaglie per l’Italia, oggi sarà all’Allianz Stadium per la sfida tra Juventus e Juve Next Gen. “È una festa della famiglia bianconera, una tradizione iniziata lo scorso anno per i 100 anni del legame Agnelli-Juventus, la storia più longeva di qualsiasi sport al mondo. Sarà un bel modo per far partire la stagione, nonché la prima di Thiago Motta e dei nuovi giocatori allo Stadium”. “Con Thiago Motta ci avviciniamo a una nuova generazione, la nostra squadra è molto giovane e lui ha l’esperienza necessaria per lavorare con il nostro gruppo. È la persona di cui abbiamo bisogno. Il collettivo della Juventus ha un potenziale straordinario”. Uno sguardo al futuro: “L’anno zero è lasciarsi dietro quello che è accaduto in passato – ha proseguito – premere il tasto ‘reset’ e guardare avanti. Gli atleti, le squadre forti sono quelle che hanno queste capacità, senza entrare in situazioni di alibi. D’altra parte è normale che siano tutti contro di te: se competi, lo fai con i più forti al mondo che vogliono batterti. Ed è normale che se i risultati non arrivano, i tifosi non siano contenti”. Infine un punto sullo stadio del calcio in Italia con un pizzico di rammarico, tutt’altro che celato: “Il nostro calcio non è più il punto di arrivo dei grandi campioni, ma un trampolino per andare in Premier nel pieno della carriera. In Italia giocano giovani alle prime armi che si devono formare. E’ un peccato non affrontare la realtà. Questa è la situazione che stiamo vivendo, l’errore sarebbe negare questa evidenza”. Su Hamilton e la Ferrari aggiunge: “Si sono trovati, lui viene da noi per vincere e noi con lui diventiamo più forti nell’anticipare quelle che sono le sfide del futuro. Parliamo di un grandissimo atleta che è molto motivato a diventare per l’ottava volta campione del mondo, come dimostrano le ultime gare. Non viene certo in Ferrari per godersi la pensione, vuole giocarsela. Del resto basta guardare i grandi dell’ultimo decennio: Djokovic, Federer, Hamilton, Ronaldo, Messi, che cos’hanno in comune? La longevità. Hanno superato con un’enorme forza di volontà i condizionamenti fisici. Quest’anno in Formula 1 c’è vera competizione, ci sono quattro scuderie che sono molto vicine l’una all’altra e questo rende tutto molto più interessante. Red Bull è partita bene, poi Ferrari, McLaren, adesso Mercedes: è un campionato finalmente aperto e con dei grandissimi piloti. Quello che conta è che si giri al massimo del proprio potenziale”.