Qualcosa non funziona lungo i settanta chilometri dell’autostrada Messina Catania. Ogni giorno uno, due, incidenti con code interminabili, con ritardi indescrivibili e con proteste che arrivano pure alla Regione. Ma non cambia niente, non è cambiato niente e così continuerà. Ma, ripetiamo, qualcosa non funziona. Accertato che l’A/18 è una mulattiera battezzata autostrada, accertato che le gallerie sono strette e al buio (e qualcuna a doppio senso), accertato che il manto è pieno di buche e a tratti con l’asfalto arrotolato, accertati che da anni ci sono lavori in corso e cantieri sempre aperti, accertato che gli automobilisti sono soggetti a continue deviazioni e a restringimento di carreggiata, accertato che tutta questa carenza è stata causa di incidenti, anche mortali: come si spiega che da qualche anno, pur in presenza di questi atavici problemi, sono aumentati i sinistri, le disgrazie, i morti? Abbiamo letto su facebook tanti giudizi in merito, tante riflessioni, però su un punto sembra che ci sia stata convergenza di pensiero: molti automobilisti sarebbero distratti alla guida, spesso corrono come pazzi o col cellulare in mano, sorpassi azzardati (anche da parte di camionisti), poca umiltà e troppa presunzione. Anche la polizia stradale avrebbe avvertito questo incremento di incidenti e da un paio di giorni pattuglie sono sguinzagliate sull’autostrada Messina Catania per controllare il limite di velocità di tanti automobilisti, se guidano col telefonino in mano, oltre a tenere al petto la cintura di sicurezza. La situazione, comunque, è diventata critica. Fra i tanti commenti su facebook, quasi tutti a denunciare questa escalation di ripetuti incidenti sull’A/18 (in parte dovuti alle tristi e precarie condizioni dell’autostrada) uno è stato significativo: “ogni giorno viaggiare in autostrada è una avventura, sperando sempre di arrivare a casa”. E il rischio c’è. (p.p.)
Viaggiare sull’Autostrada Messina Catania è un’avventura, ogni giorno incidenti: qualcosa non funziona
