Milano, 19 lug. (askanews) – Un tribunale russo ha dichiarato il reporter statunitense Evan Gershkovich colpevole di spionaggio e lo ha condannato a 16 anni di reclusione. Una vicenda che il quotidiano per cui lavora, il Wall Street Journal, ha definito una farsa.
Gershkovich, ebreo americano di 32 anni che ha negato qualunque illecito e ha bollato come false le accuse a suo carico, stato processato il mese scorso nella citt di Ekaterinburg.
I pubblici ministeri sostenevano che Gershkovich avesse raccolto informazioni segrete su ordine della Central Intelligence Agency statunitense (Cia) su un’azienda che produce carri armati per la guerra della Russia in Ucraina. il primo giornalista statunitense arrestato con l’accusa di spionaggio in Russia dai tempi della Guerra Fredda.
I casi di spionaggio spesso richiedono mesi per essere affrontati e l’insolita rapidit con cui il suo processo si svolto a porte chiuse – l’udienza di oggi stata solo la terza del processo – ha alimentato la speculazione che un accordo di scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Russia, da tempo discusso, che coinvolga lui e altri americani detenuti in Russia, potrebbe essere in corso. Il Cremlino, interpellato dall’agenzia di stampa Reuters, si rifiutato di commentare la possibilit di tale scambio.