Trentadue anni fa, il 19 luglio 1992, Paolo Borsellino veniva ucciso a Palermo dal tritolo mafioso. Insieme a lui gli agenti della scorta: Emanuela Loi, 24 anni, la prima donna poliziotto in una squadra di agenti addetta alle scorte; Agostino Catalano, 42 anni; Vincenzo Li Muli, 22 anni; Walter Eddie Cosina, 31 anni, e Claudio Traina, 27 anni. Unico superstite l’agente Antonino Vullo.
La strage di via D’Amelio avvenne a 57 giorni di distanza da quella di Capaci in cui rimase vittima Giovanni Falcone. In mezzo una “verità piena” che ancora non c’è, la cui “ricerca” è ancora oggetto di processi e nuove indagini ed “è stata ostacolata da depistaggi” ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Il cammino della giustizia – ha aggiunto il capo dello Stato nel suo messaggio rivolto ai familiari del giudice ucciso dalla Mafia – ha subito tempi lunghi e questo rappresenta una ferita per la comunità. Il bisogno di verità è insopprimibile in una democrazia e dare ad esso una risposta positiva resta un dovere irrinunciabile”. Oggi a Palermo e in tutta la Sicilia varie iniziative in ricordo e in memoria di Paolo Borsellino nell’anniversario della strage di via d’Amelio.