Il numero di fedeli che si recano da sacerdoti, e a volte anche da laici, “per chiedere di essere liberati da presunte possessioni e/o infestazioni diaboliche causate, a loro dire, da malefici e fatture è in continuo aumento”. E’ quanto scrivono i Vescovi siciliani che in un decreto della Conferenza episcopale isolana guidata da monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale.
Il documento segue alcuni recenti fatti di cronaca che hanno avuto protagonisti riti satanici ed esorcismi, come nella strage di Altavilla e, in ultimo, nelle attività svolte, in una masseria di Collesano, da un sedicente santone.
Anche nelle diciotto Diocesi di Sicilia, come avviene ormai in tutta Italia, si è diffusa la prassi da parte di alcuni sacerdoti di indire riunioni periodiche nelle quali si svolgono preghiere atte a ottenere la guarigione dagli influssi e dai disturbi procurati dal Maligno.
I prelati hanno deciso di intervenire con un “Decreto circa gli esorcismi e le preghiere di guarigione e di liberazione”.
La premessa è che “bisogna discernere se si tratti di una reale presenza diabolica oppure di un disturbo fisico o di una malattia psichica – si legge nel documento – in questi ultimi casi la preghiera di esorcismo è da evitare perché arrecherebbe ulteriori danni alla salute dei fedeli. A tal fine è sempre bene ricercare la collaborazione di medici e specialisti capaci di affiancare il sacerdote in un sano ed equilibrato discernimento. Molto diverso è il caso di malattie, soprattutto psichiche, la cui cura rientra nel campo della scienza medica”.
E per evitare il fai da te dell’esorcismo i Vescovi precisano (qui il link al decreto episcopale) che “i laici e i religiosi senza ordini sacri in nessun modo possono pronunciarsi su eventuali possessioni, ossessioni o infestazioni diaboliche, senza aver ricevuto esplicito permesso per iscritto da parte del Vescovo diocesano”. E in ogni caso, si legge nel decreto, “a nessuno, fosse pure esorcista nominato dal Vescovo diocesano è lecito in maniera assoluta dire a qualcuno di aver ricevuto un maleficio e soprattutto di indicare la persona che lo avrebbe fatto, perché ciò può scatenare nelle persone sentimenti di odio”.