L’evento della Pasqua è una buona occasione per fare una riflessione sulle condizioni del Comprensorio Jonico, territorio in cui si riscontra un notevole calo di presenze nella pratica della fede e nella frequenza della chiesa, come del resto accade in tutto il paese. Si parte dall’analisi di una bella foto del 1958 di Carmelitane sul Sagrato della chiesa della Madonna del Carmelo di Santa Teresa di Riva. Si tratta di un vero documento storico, che rappresenta un numeroso gruppo di donne di tutte le età, provenienti anche dai paesi viciniori, vestite di marrone, il velo bianco sul capo e lo Scapolare sul petto delle carmelitane. Questa realtà mostra l’autentico patrimonio di fede del santuario della Madonna del Carmelo, un tesoro della chiesa locale che ha lasciato in eredità la bellezza ed il valore della vocazione carmelitana nel paese e dintorni. Questa testimonianza ha permesso di mantenere la fede in Gesù Cristo con la grazia di Maria, dimostrando l’appartenenza alla chiesa con il servizio, la preghiera e la carità. Pertanto risulta, attraverso la narrazione dei fedeli, dediti in modo permanente a pellegrinaggi e processioni, la particolare devozione a Maria, con l’attaccamento alle pratiche del culto religioso. Di questo fervore religioso ne ha tratto beneficio anche la comunità civile, che è cresciuta e sviluppata nel rispetto del bene comune, della dignità umana, della pace, della giustizia e della solidarietà. Dopo la guerra, infatti, dal Sud sono emigrati in tanti, ma si è notato lo sforzo di ricostruzione del territorio ed un miglioramento costante che ha portato prosperità e benessere nei paesi della riviera jonica, con un notevole incremento della popolazione, del livello culturale, sociale ed economico, sfruttando le risorse naturali ed ambientali. Purtroppo le vicissitudini storico-politiche non hanno consentito di garantire per sempre uno stato di benessere generalizzato e si sono alternati periodi di crisi permanenti per il meridione. Adesso sta toccando pure la sfera religiosa, che vede i giovani allontanarsi dalla chiesa, gli adulti stanchi e disorientati, gli anziani isolati ed afflitti, ma questa festa della Pasqua è un momento propizio per ricordare da dove veniamo e riprendere il cammino di fede. Questo, infatti, ha caratterizzato l’anima di un territorio per uscire fuori dalla depressione e dalle crisi periodiche, chiamando ciascuno a mettere in atto il dono geniale ricevuto per stabilire rapporti di collaborazione, politiche di innovazione, prospettive di unione attraverso la via dell’amore che viene dalla gioia del Signore Gesù Risorto, che porta la luce e la pace nella fraternità, dentro la storia di oggi.
(Santo Trimarchi)