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sabato, Novembre 23, 2024
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Messina nella top ten delle città con la tassa sui rifiuti più alta d’Italia

I siciliani pagano la Tari più alta d’Italia. Maglia nera a Catania. A Messina una famiglia di tre persone con una casa di cento metri quadrati ha sborsato 453 euro nel 2023 per la tassa sui rifiuti

I siciliani sono tra coloro che pagano la Tari, la tassa sui rifiuti, più alta d’Italia. E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva.

Nella top ten dei capoluoghi di provincia più cari, Messina è al settimo posto: le famiglie messinesi con tre persone e una casa di cento metri quadrati hanno sborsato 453 euro nel 2023, anche se in lieve calo rispetto ai 459 euro del 2022.

La maglia nera spetta a Catania, con 594 euro di Tari nel 2023, novanta in più dell’anno scorso e tre volte la tariffa che paga chi vive a Udine (181 euro). Ma in tutta l’isola si registrano costi più alti della media nazionale, pari a 320 euro l’anno.

Il report esteso, con i numeri della raccolta differenziata e indifferenziata, verrà presentato la prossima settimana, anche se le anticipazioni confermano la Sicilia saldamente sul podio delle regioni più care del Paese. Peggio soltanto la Campania e la Puglia.

Ma a fronte di questo salasso, i paesi e le città sono più pulite? Sicuramente i problemi maggiori si riscontrano nei centri urbani più grandi e popolati. Le città sono sommerse dai rifiuti, nei comuni più piccoli la situazione è più gestibile.

Nel frattempo, come scrive Repubblica Palermo, ‘il governatore Schifani vuole costruire due termovalorizzatori, considerati la ‘panacea’ per superare l’emergenza rifiuti e ridurre i costi. Ma non è riuscito a ottenere dal governo Meloni i poteri speciali per realizzarli”.

Per questo “prova ad accelerare all’Ars l’abrogazione di una norma, proposta e votata a luglio dalla sua stessa maggioranza, che intralcia la realizzazione degli inceneritori. Nel collegato alla Finanziaria, che sbarcherà oggi in Aula, c’è infatti un emendamento governativo che toglie la distanza dei tre chilometri dai centri abitati per la creazione degli impianti di ogni genere”. Contrari Legambiente e il M5S che chiede di estendere a 5 km il limite dai centri abitati.

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