I forti disagi causati dall’incidente all’aeroporto di Catania e il nodo viabilità e trasporti, l’allarme incendi e l’emergenza caldo di queste settimane stanno incidendo in maniera significativa anche sulle strutture ricettive di Taormina e della riviera jonica. Nelle ultime 3 settimane il calo delle presenze turistiche stimato su Taormina è stato del 20-30%, il calo del fatturato è di oltre il 40% sul previsionale prenotato e poi disdetto last minute. Negli alberghi e nei b&b da Sant’Alessio ad Alì Terme numeri più contenuti: si arriva fino al 15% di prenotazioni cancellate, in particolare da parte degli stranieri. Si parla di danni di centinaia di migliaia di euro, ancora in fase di quantificazione Queste sono le stime e i dati forniti dagli albergatori, i quali chiedono che anche la Sicilia si doti finalmente di un serio piano d’emergenza.
“Il calo di agosto influenzerà l’intera stagione estiva”
“Si tratta di numeri importanti perché si riferiscono in particolare ad agosto e cioè il mese che consente i maggiori incassi. Una flessione che influenzerà chiaramente l’intera stagione” a dirlo è Pier Paolo Biondi, presidente di Federalberghi Riviera jonica, il quale spiega come la situazione di caos e incertezza che si è venuta a creare ha rallentato le prenotazioni anche a settembre e ottobre “perché i turisti stanno cercando di capire il nodo dei trasporti aerei”. Uno scenario che preoccupa molto i gestori e i proprietari di alberghi, b&b, case vacanza, agriturismi nel pieno dell’estate. “La stagione 2023 sembrava indirizzata a produrre i migliori dati di sempre su tutta la Sicilia, questa botta improvvisa ha frenato bruscamente la tendenza” dice il presidente dell’associazione albergatori, il taorminese Gerardo Schuler. Basti pensare che le previsioni erano di gran lunga superiori ai numeri fatti registrare lo scorso anno nel mese di agosto, quando furono 808.472 le presenze italiane e straniere nelle strutture alberghiere ed extra-alberghiere di tutta la provincia di Messina.
Dal caos aeroporti danno di immagine per tutta la Sicilia
La ‘botta improvvisa’ è stato l’incendio al Terminal A dell’aeroporto Fontanarossa che ha gettato nel caos il turismo dell’Isola. Solo nelle scorse ore, dopo venti giorni, lo scalo è tornato nella sua piena operatività. “E’ stato un danno di immagine importante per il turismo siciliano – aggiunge poi il referente per la riviera jonica Pier Paolo Biondi – per cui subiremo una flessione nella prima parte del mese. Dalla seconda decade si inserisce il turismo locale ed italiano, che raggiunge con maggiore facilità la Sicilia rispetto agli stranieri, per cui si sta cercando di potenziare il turismo nazionale”. I dati sulle presenze, infatti, registrano in estate un ribaltamento netto: se a luglio da Alì Terme fino a Roccalumera, S.Teresa, S.Alessio le presenze straniere si assestano intorno al 70%, ad agosto le presenze italiane vengono registrate intorno al 90%.
I turisti alle prese anche con il caro voli e il caro vacanze
Altro tema è l’aumento dei biglietti aerei, con il quale ogni anno devono fare i conti turisti e siciliani che rientrano a casa per le vacanze. Sia il governo regionale che nazionale da tempo hanno acceso un faro per cercare di limitare questa consueta pratica delle compagnie aree e proprio lunedì 7 agosto il Consiglio dei Ministri dovrebbe approvare le prime misure ad hoc. Per il rappresentante di Federalberghi riviera jonica “il caro voli non ha inciso in maniera significativa” sulle presenze dei turisti “quanto piuttosto l’incertezza sulla connessione aerea”, poiché “al di là delle problematiche aeroportuali, sono state le compagnie a cancellare voli, si ritiene al fine di evitare possibili complicanze con la clientela”.
A destare qualche polemica nel dibattito agostano c’è anche il caro prezzi, con gli aumenti dei costi per gli alloggi, i servizi, i trasporti, dell’offerta culinaria tipica locale. Si è parlato tanto in questi giorni ad esempio dei costi esosi per una vacanza in Puglia. E nella zona della riviera jonica come va? Per quanto riguarda gli alberghi secondo Biondi si tratta “di un inevitabile aumento dei prezzi, dovuto all’aumento dei costi energetici e delle materie prime, ma la clientela internazionale del nostro territorio non ha mostrato particolare insofferenza ed ha comunque prenotato. I costi in Italia si sono alzati ovunque. Il caro prezzi, a causa di tutte le situazioni internazionale in corso – ribadisce – è inevitabile”. Ma i turisti stanno tirando un po’ la cinghia? “Il nostro territorio, per quanto riguarda il ricettivo, è una meta ambita da una clientela straniera medio-alta spendente – aggiunge il presidente di Federalberghi riviera jonica – per cui nel ricettivo non si registra questa percezione. Probabilmente viene più percepita nelle attività di ristorazione e di consumo al pubblico di passaggio”. Un aspetto tutt’altro che marginale e da non trascurare. (Massimo Prestia)