A Sant’Alessio Siculo, mercoledì sera 5 aprile, nei locali del palazzo comunale c’è stato un incontro pubblico, presieduto da Natale Ferlito, presidente del consiglio, tra esponenti di maggioranza e di minoranza ed i rappresentanti del “Comitato Jonico Beni Comuni”, promotori di iniziative sul territorio a tutela della salute e dell’ ambiente, minacciato dall’inquinamento elettromagnetico. Dopo l’introduzione del presidente del consiglio, che ha evidenziato la problematica dell’installazione improvvisa e massiccia di stazioni radio base per la telefonia mobile nel proprio comune e nei paesi vicini, si richiedono al Comitato informazioni utili per intervenire a salvaguardia dei cittadini per eventuali danni alla salute e all’ambiente. Il presidente del comitato illustra brevemente la normativa recente sull’installazione delle SRB, che solo apparentemente impedisce qualsiasi azione alle amministrazioni comunali. Infatti, all’interno della cornice dei due diritti tutelati, la salute e la connettività, si riconosce ai Comuni la potestà di individuare, all’interno del territorio, la migliore collocazione possibile di concerto con le ditte di telefonia, predisponendo un piano antenne, nel rispetto di un regolamento che tenga conto delle leggi vigenti. Secondo questo scenario appare chiaro che i Comuni sono chiamati al loro ruolo di amministrazione rappresentativa degli interessi collettivi e dei beni comuni nella gestione del territorio, tutelando i propri cittadini.
Se da un lato lo Stato ha arrogato a sè il potere di stabilire il livello minimo di esposizione alle onde elettromagnetiche che non sarebbero di nocumento alla salute, al Comune spetta il diritto di richiedere l’autodeterminazione del livello minimo di tecnologia da utilizzare. Successivi interventi hanno evidenziato la necessità di dotarsi al più presto di un piano antenne, con l’apporto di tecnici specializzati nel settore, per garantire il servizio di pubblica utilità alle ditte di telefonia mobile senza potenziare in eccesso l’emissione del segnale che, se pur inevitabile, può arrecare danni ancora imprevedibili. A tal proposito si pensa di ricorrere alla raccolta firme per coinvolgere la cittadinanza e prendere coscienza che l’amministrazione comunale e l’opposizione insieme agli abitanti tutti possono contribuire a vantaggio di un paese sostenibile, contro la diffusione molesta delle antenne, per assicurare la salute, garantire il turismo, mantenere l’agibilità ed il valore della casa, la bellezza del paesaggio ed il senso di comunità solidale, libera dagli influssi nocivi della nuova tecnologia.