Nel corso della notte, i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa – su richiesta della Procura della Repubblica di Messina – dal G.I.P. presso il locale Tribunale, nei confronti di 6 persone per i quali, nell’attuale fase del procedimento, sono emersi gravi indizi di colpevolezza per i delitti – a vario titolo – di danneggiamento seguito da incendio, atti persecutori, tentata estorsione, spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e per gli indagati vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva, ai sensi dell’art. 27 della Costituzione.
L’attività investigativa è stata avviata dall’Aliquota Operativa della Compagnia di Taormina a seguito dell’incendio dell’autovettura del Comandante della Stazione Carabinieri di Forza d’Agrò, verificatosi nella notte del 31 marzo 2021. L’incendiò causò la completa distruzione dell’autovettura di proprietà del sottufficiale mentre si trovava in sosta sulla pubblica via, prospiciente l’ingresso della Caserma dei Carabinieri di Forza D’Agrò.
In particolare, la visione delle immagini di videosorveglianza avevano da subito consentito di stabilire senza ombra di dubbio l’origine dolosa dell’incendio per mano di un individuo, con il volto travisato, che aveva innescato l’incendio dandosi immediatamente alla fuga. La ricostruzione della via di fuga percorsa dall’autore aveva consentito nell’immediatezza di individuare l’abitazione ove il reo aveva abbandonato gli indumenti e la maschera utilizzata per portare a compimento l’azione delittuosa e di porli sotto sequestro per le successive analisi di laboratorio, nonché di raccogliere le dichiarazioni, fortemente indizianti, da parte di un testimone che aveva notato il reo darsi alla fuga.
I successivi approfondimenti investigativi, corroborati anche da attività tecniche, hanno permesso di stabilire che l’azione delittuosa era stata condotta da tre pregiudicati del luogo che in passato erano stati tratti in arresto da personale della Stazione di Forza D’Agrò, a conclusione di un’attività investigativa risalente al 2012 relativa, tra l’altro, ad alcuni episodi di danneggiamento a mezzo incendio di diverse autovetture verificatisi in quel centro e nei comuni limitrofi.
Nel medesimo contesto, il prosieguo dell’attività investigativa ha permesso altresì di accertare la responsabilità degli indagati anche in ordine:
− ad un altro episodio di danneggiamento seguito da incendio, verificatosi sempre nel Comune di Forza D’Agrò, nel dicembre 2020, in danno dell’autovettura di un architetto in servizio presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Forza d’Agrò;
− ad un tentativo di estorsione ai danni del titolare di un noto ristorante di Forza d’Agrò
nell’ottobre 2021. In quella circostanza il titolare avrebbe denunciato il rinvenimento di una
bottiglietta vuota, posta sul parabrezza dell’autovettura di uno dei dipendenti, parcata in
prossimità dell’esercizio di ristorazione, con un biglietto manoscritto recante una richiesta
estorsiva di sessantacinquemila euro;
− plurimi episodi di spaccio e cessioni di sostanze stupefacenti di varia tipologia (cocaina, crack, marjuana). In particolare sono stati documentati diversi episodi in cui gli odierni indagati, dopo aver reperito lo stupefacente nella periferia messinese o nella vicina provincia di Catania, si sono adoperati nella cessione di alcune dosi ad acquirenti noti dei comuni limitrofi della fascia jonica;
− diversi episodi di minacce, molestie ed intimidazioni perpetrati dagli indagati, tra il 2020 e 2021, finalizzati a porre “atti persecutori” nei confronti dell’allora responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Forza D’Agrò e dei suoi familiari – per condizionarne l’esercizio delle sue funzioni – a seguito del mancato rilascio di una concessione edilizia in favore degli indagati.
Al termine delle formalità di rito, 2 degli odierni indagati sono stati tradotti presso la Casa
Circondariale di Messina-Gazzi mentre i restanti 4 sono stati condotti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.