Pensando alle innovazioni tecnologiche si è generalmente portati a collegarvi alcuni settori ben precisi come quello della telefonia mobile, in costante evoluzione, o dell’automotive, con innovazioni che si rivelano di volta in volta in grado di stravolgere ogni aspetto dell’auto fino ad arrivare alla guida autonoma. Ci sono poi, all’opposto, altri campi raramente accostati a progressi tecnologici evidenti: tra questi, sicuramente rientra quello del videogaming. Tralasciando i progressi per così dire specializzati, come il succedersi dei modelli di console o lo sviluppo di nuovi motori di gioco, sembrerebbe che nel videogaming non possano trovarsi delle innovazioni tecnologiche in senso più ampio, che vengano ad esso inequivocabilmente associate. La realtà, invece, è che non sono poche le tecnologie che sono state sviluppate proprio attorno al mondo videoludico.
Il primo esempio a venire in mente è certamente quello della realtà virtuale. Ancora oggi questa è legata a doppio filo al mondo del videogaming, con titoli pensati espressamente per essere fruiti attraverso appositi visori: si tratta del punto di arrivo, sebbene sicuramente solo momentaneo, di un percorso che fin dal principio aveva come meta applicazioni videoludiche. Dopo le prime sperimentazioni che approdarono al Sensorama, un macchinario inventato nel 1962 pensato per proiettare immagini accompagnate da stimoli volti a tutti e cinque i sensi, i più importanti traguardi successivi furono nel campo del videogaming: si può pensare per esempio ai visori Sega VR, commercializzato nel 1993, Virtual Boy o Forte VFX1, entrambi del 1995. Facile, d’altra parte, capire il rapporto privilegiato della realtà virtuale con il videogioco: nulla come il videogaming infatti permette la libertà di creare un mondo e calarvi al suo interno il giocatore, con l’immersione che può essere potenziata esponenzialmente proprio dalla realtà virtuale.
Si può poi pensare a tutte quelle componenti hardware deputate a “trasferire” nel videogioco i movimenti del videogiocatore, ossia le varie soluzioni accompagnate a sensori di movimento spaziali. Dalla seconda metà degli anni 2000 infatti il mondo del videogaming venne letteralmente preso d’assalto da nuove tecnologie che promettevano videogiochi pensati per essere giocati fisicamente sfruttando il movimento del giocatore: Kinect di Microsoft, PlayStation Move di Sony, ma soprattutto la famiglia di console Wii di Nintendo. Sfruttando dei sensori nel particolare controller, i videogiochi per la Wii imponevano al giocatore di simulare movimenti in giochi di sport, sterzate in giochi di guida e così via. Sebbene ormai un po’ dimenticati, i videogiochi cinetici hanno rappresentato un banco di prova insuperato per l’hardware sviluppato attorno ad essi.
Del resto, l’innovazione tecnologica è sempre stata insita nel concetto stesso del videogioco, e un buon esempio in tal senso viene dalle slot machine: nonostante la prima immagine associata alle slot sia quella delle iconiche macchine a leva, oggi queste sono più che mai protagoniste in piattaforme online come PokerStars Casino, con un’offerta varia sia per tema che per jackpot, e si può a tutti gli effetti parlare di videogaming. Gli step evolutivi attraversati dalle slot mettono in luce proprio la capacità del videogioco di reinventarsi: da macchinari totalmente meccanici alle prime introduzioni di componenti elettronici, fino ad arrivare ai microchip e infine alla completa digitalizzazione del giorno d’oggi. Anche in questo caso, le slot sono state uno strumento eccezionale per mettere in pratica alcune innovazioni tecnologiche di utilizzo trasversale.
Un altro ambito fortemente interconnesso con quello del videogaming, anche se non in maniera esclusiva, è infine quello relativo alla realtà aumentata. La definizione include tutta quella gamma di tecnologie in grado di sovrapporre informazioni digitali a una ripresa dal vivo: le prime e più ovvie applicazioni sono state nell’ambito degli head up display, una strada ancora oggi percorsa da parabrezza intelligenti e così via. Grandi progressi sono stati comunque possibili proprio nell’ambito del videogaming, e nello specifico dai videogiochi su dispositivi mobili: la disponibilità di una videocamera ha infatti reso possibile far interagire diverse app, strumento flessibile al centro di qualsiasi esigenza quotidiana, con le immagini da essa catturate. Nel 2016 fu un fenomeno Pokémon GO, app in AR che ha rinverdito i fasti del franchise più redditizio della storia videoludica, ma la stessa tecnologia è stata applicata con successo anche in altri titoli e, soprattutto, in diversi contesti come quello museale o didattico, con minigiochi a tema. Ancora una volta, il mondo videoludico è stato il miglior test possibile per le potenzialità di una tecnologia originale.