Tra qualche giorno arriva ancora una volta Natale, tra paura ed incertezza, si sono ripresi i preparativi di sempre: le luci attraenti, gli alberi addobbati, le vetrine decorate, pulizie straordinarie, vacanze programmate, spese per cenone, regali per gli amici, auguri per le feste. Questo tempo di attesa passa subito e si rischia di consumare un altro Natale senza capire Colui che attendiamo veramente, che cosa dobbiamo fare per riconoscerLo, come predisporsi per accoglierLo nella nostra casa. Per questo possiamo metterci un po’ in silenzio, guardare con attenzione il fratello che ci passa accanto, stare in ascolto e sentire la voce di Gesù Bambino ” Io ti amo”! Per questo occorre fermarsi un po’, evitare le corse dell’ultimo minuto, l’affanno della ricerca del superfluo, la voglia di ripetere sempre la stessa scena, in famiglia, in montagna, al mare, in città, da soli o in compagnia. E’ opportuno mettersi in ascolto della voce dell’amore e guardare al piccolo Bambino della grotta, che oggi vuole trovare dimora presso di noi, bussa al nostro cuore, vuole entrare e portarci la pace, la gioia, la luce. Il Verbo si è fatto carne per trasformare la realtà quotidiana, cambiare la storia dell’uomo e del mondo intero. Diventa urgente oggi, mentre si sta vivendo nella crisi, nella paura, nell’incertezza, nella tristezza, nella rassegnazione e nell’indifferenza, sperimentare un nuovo umanesimo attraverso il volto di Gesù Cristo, che si è incarnato, ha sacrificato se stesso per la salvezza del mondo ed è risorto. Dalla Parola apprendiamo che Dio stesso ci ha promesso un mondo nuovo, a partire da coloro che, senza fiducia ritrovano coraggio, senza la vista riescono a vedere, senza udito riescono a sentire e nella debolezza vengono sostenuti per andare avanti nel cammino. Dio mantiene la sua parola, è fedele e non si prende gioco delle sue creature, Lui solo garantisce cieli nuovi e terre nuove, può consolare gli afflitti, guarire dalle malattie, liberare dal male gli uomini che continuano a provocare ingiustizia, schiavitù e morte, seguendo la via della menzogna, della superbia e della violenza. Per questa ragione non bisogna più scandalizzarsi di Gesù che si rende presente in forma umile, da Bambino, in una stalla, tra le miserie, i corpi graffiati e attraverso la Croce salva l’umanità. Non bisogna più trascorrere in apparenza la vita e restare belli di fuori ma vuoti dentro, fatti di niente, spenti pur se luccicanti e lustrati a festa. E’ ora di cercare la luce che splende, che viene ad abitare in mezzo a noi e prende dimora nella nostra frustrazione, nella delusione, nella sofferenza, nella solitudine, nella mancanza di senso della società attuale. E’ tempo di accogliere questo Dio piccolo che ci viene incontro, si vuol prendere cura di noi, facendoci sperimentare la bellezza della vita che nasce, la gioia di un sorriso, la bontà di una carezza, di un abbraccio, di una comunicazione di bene. In questa prospettiva si diventa consapevoli di dover rimettere tutto nelle mani di Dio e che la fede si debba esprimere nell’attività quotidiana di una comunità convertita alla speranza ed all’amore, impegnata nelle relazioni di rispetto della dignità dell’altro, di riparazione del male arrecato e di riconciliazione.