Da tempo si osserva un po’ dappertutto, nei nostri paesi del comprensorio ionico, che tante persone appaiono provate psicologicamente, sentono stanchezza, depressione ed oppressione, hanno una certa paura e sperimentano l’incertezza. Si scopre che il mondo non è così sicuro come sembra, si teme di poter diventare una vittima da un momento all’altro, in qualsiasi luogo uno si trovi, a casa, a scuola, in piazza, in chiesa, in campagna, sulla strada, in ospedale, quando si è insieme agli altri e pure da soli. In realtà la narrazione di quello che sta accadendo, l’enfasi e la manipolazione dei fatti opera in modo tendenzioso, mira ad influenzare l’inconscio e condizionare il comportamento per smettere di lavorare ad un mondo migliore. Si agisce in modo da creare sospetti e divisioni, provocare angoscia e fragilità, impedire l’uso della ragione e del cuore. Sarà raggiunto l’obbiettivo e si andrà alla disfatta dell’umanità se la gente continua a guardarsi con ostilità e sospetto, se viene meno la fiducia e viene rubata la speranza dal mondo. Piuttosto si dovrebbe continuare a lavorare con entusiasmo e amore per costruire un mondo migliore, relazioni feconde nonostante ci possa essere il dolore e lo sgomento per quanto succede attorno e per le prospettive di futuro. Forse non si deve rimanere inerti ed inermi davanti alla storia, scoperti ed indifesi rispetto ai suoi momenti difficili, alle crisi che sopraggiungono, alle false certezze, alle false speranze, basate sulle parole fallibili degli uomini, che un giorno dicono una cosa ed il giorno dopo un’altra. Bisogna avere fede e confidare nella speranza che non delude mai perché viene dall’amore di Dio che è stato riversato sugli uomini per sempre, è fondata sulla presenza dello Spirito Santo sulla terra. In questo modo si può tornare a sognare con Gesù, con la sua parola di vita, con la sua verità, la luce che illumina i pensieri e fa camminare diversi ma uniti nella pace, nella giustizia e nella solidarietà con fraternità, figli dello stesso Padre del cielo e della terra!
Il tempo della crisi nel comprensorio ionico
