S.Teresa di Riva – Gli anziani, gli ammalati, le donne affetti da certe patologie che quotidianamente fanno uso del sottopasso ferroviario per raggiungere, da via Regina Margherita, proprio di fronte piazza Municipio, la via Roma, quartiere Torrevarata, sono particolarmente arrabbiati perché il previsto ascensore non è stato più costruito. L’amministrazione Lo Giudice aveva previsto la spesa (circa 20 mila euro), incaricato dei lavori la ditta “Ascensori di Nicola Cannavò” e stabilito pure la data inizio. Ma alla prima pietra è intervenuta la Rete Ferroviaria Italiana, proprietaria del sottopasso, che ha posto il veto. Per Ferrovie Italia il sottopasso è inteso canale di scolo; per l’amministrazione comunale invece stradina di collegamento tra il centro abitato e il quartiere Torrevata. Per questo bisognerebbe adeguarla alle esigenze degli anziani, per i portatori di handicap e per le donne in difficoltà.
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La nostra considerazione è che ci sembra strano che l’onorevole Danilo Lo Giudice abbia anzitempo ammainato bandiera e si sia ritirato. Strano perché è un battagliero, uno che accetta le sfide, per un sottopasso della prima guerra mondiale, che adesso andrebbe modificato ed ampliato. Un sottopasso concepito come canale di scolo nel 1920 e ora bretella di collegamento, rimodernata con adeguata regimentazione delle acque piovane. Possibile che l’onorevole Lo Giudice non sia stato capace di smontare questa atavica postilla di Ferrovie Italiane? Possibile che nel 2021, a cento anni dalla realizzazione del sottopasso, si debba restare ancorati al passato e non avviare i processi di modernizzazione? Perché il sindaco di S.Teresa di Riva, che in questo momento ha la forza politica di ribaltare provvedimenti misoneisti, contrari a qualsiasi innovazione, non interviene con determinazione?
Pino Prestia
