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venerdì, Dicembre 13, 2024
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“Il triste fallimento di una generazione” – Riflessione di Gianni Miasi

Nonostante il Coronavirus non allenti la presa mietendo un numero di vittime impressionanti, nelle grandi città , non appena si sono allentate un poco le maglie del lockdown, si è registrato una sorta di impazzimento generale.

Le vie principali  sono state prese di assalto con una frenesia e compulsività agli acquisti impressionante: quasi che il mondo dovesse finire da un momento all’altro e si approfittasse del fatto di essere ancora vivi per ubriacarsi negli acquisti.

I  giovani non sono stati da meno, con le mascherine portate sfrontatamente al braccio o addirittura  mancanti, senza distanziamento sociale, ammucchiati gli uni sugli altri nelle strade della movida.

Ha destato scandalo l’affermazione fatta da tanti giovani in numerose interviste rilasciate ad emittenti televisive e radiofoniche; per lo più la risposta è stata: “il virus colpisce ed uccide gli anziani, noi giovani siamo pressocchè immuni, se muoiono gli anziani non è poi un male.”

Giacchè l’Italia è uno dei paesi con la maggiore concentrazione di anziani al mondo  e pochi giovani, la reazione di coloro che sono avanti con gli anni è stata scandalizzata: “questi giovani sono cinici, senza rispetto verso chi è più grande di loro, egoisti e materialisti” .

Piuttosto che unirmi al coro degli scandalizzati (oltretutto ne avrei diritto a ragione della mia non più verde età)  vorrei condividere con voi una pacata riflessione sul perché siamo giunti a questo punto ossia al cinismo dei giovani ai quali non importa nulla se moriamo per covid e mi domando che tipo di esempio abbiamo dato loro.

I nostri figli e nipoti sono cresciuti e si sono formati avendo ad esempio la nostra generazione che ha vissuto come se dovesse essere l’ultima su questa terra dedicandosi alla depredazione dell’ambiente, al riscaldamento globale per via delle dissennate scelte energetiche, all’inquinamento ai massimi livelli e, crimine ancora più spregevole, all’elevazione del dio denaro quale suprema entità regolatrice delle nostre vite.

Il concetto che abbiamo trasmesso è che bisogna vivere come se non ci fosse futuro, tutto ciò che si può prendere, lecitamente o no, va benissimo, più possiedi più vali, se non sei ricco fai parte degli sfortunati senza futuro.

C’è da stupirsi se i giovani fanno spallucce e dichiarano che se muoiono gli anziani tanto meglio, un peso di meno per la società: a questo li abbiamo abituati e questo è il triste risultato che ne abbiamo.

Non so se ci sia ancora il tempo per correre ai ripari: penso, tristemente, di no, oramai il danno è fatto.

A nulla vale se la nostra generazione ha contribuito al più grande avanzamento tecnologico della storia dell’umanità, a scoperte strabilianti che pure sono utilissime per milioni di persone; abbiamo perso la battaglia più importante : quella di trasmettere alla generazioni di giovani, oltre ai saperi anche i valori, anzi li abbiamo negati e mortificati in favore del possesso delle cose materiali, perché meravigliarci se, come un oggetto oramai logoro, i giovani ritengono che prima moriamo meglio è.?

Concludo tristemente che, almeno sotto questo aspetto, la nostra generazione ha fallito.

Spero, e mi auguro,che qualche angolo della società sia ancora immune da tale peste e da li possa partire il viaggio alla riscoperta dell’uomo e della sua umanità.

Buone Feste a tutti.

(Gianni MIASI)                                                                                                                       

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