Una folla di devoti commossi ha partecipato alla processione in onore della Patrona SS. della Provvidenza. Diversi i momenti emozionati. All’imbrunire il Simulacro della Patrona di Antillo, ha attraversato i vicoli e quartieri del paese dell’Alta Valle Agrò. Come ogni anno l’uscita della Santa è salutata con il lancio dei palloncini aerostatici e giochi pirotecnici. C’è un connubio tra sacro e profano.
“La festa unisce maggiormente la nostra comunità – sottolinea padre Egidio Mastroeni – che partecipa attivamente a tutte le funzioni e riti religiosi. E’ motivo di orgoglio di ogni antillese ritornare nel proprio paese, per la ricorrenza della nostra Patrona”. La Festa della Provvidenza affonda le radice ad oltre due secoli addietro, e richiama tanti fedeli, ma soprattutto i numerosi emigranti che posso rivivere momenti di fede e tradizioni.
Ad accompagnare la Patrona di Antillo lungo il percosso, oltre all’arciprete don Egidio anche il parroco di Casalvecchio Siculo Don Alessandro Malaponti. Alla processione hanno presenziato pure le autorità militari e civili. Tanti sindaci e rappresentanti dei vari centri della riviera jonica. Con il primo cittadino Davide Paratore c’erano: Danilo Lo Giudice (S. Teresa di Riva), Piero Briguglio (Nizza di Sicilia), Gianfranco Moschella (Scaletta Zanclea), Giovanni De Luca (Fiumedinisi), Giuseppe Cundari (Gaggi), Concetto Orlando (Roccafiorita), Orlando Russo (Castelmola), Marco Saetti (Casalvecchio Siculo), Rosario Trischitta (S. Alessio Siculo), Genny Spadaro (Limina) Sebastiano Gugliotta (Pagliara), Natale Rao (Alì Superiore) e Pippo Trimarchi (Savoca). Ogni anno, per il 22 di agosto, antillesi e forestieri vengono a visitare la Madonna per sciogliere i loro voti e pregare. Tanti i fedeli anche a piedi nudi seguono il cammino della Statua della Madonna portata a spalla per i vari quartieri del paese tra l’implorazione “gghjamamula che n’aiura. Viva, Viva la gran Signura Maria!”.
Questo testimonia di come sia ancora oggi sentito questo sacro rito e come sia radicato negli antillesi questa tradizione religiosa. I festeggiamenti in onore della Provvidenza prendono il senso della spettacolarità anche al rientro, dove il Simulacro della Santa, si sofferma sul sacrato, tra un bagno di folla, con i portatori che acclamano coralmente con gioia e a squarciagola: “E ccu cchjù beni la voli cchjù forti la gghjami/Viva, viva la Gran Signora Maria”, “E gghjamamula a ccu na iuta/ Viva, viva la Gran Signora Maria”, “E non-ni scurdamu da nostra Patruna/Viva, viva la Gran Signora Maria”. La tradizione a cui sono legati gli antiellese vuole che la statua della Madonna della Provvidenza procede lentamente prima di raggiungere l’altare maggiore. L’ultimo atto di questa giornata intensa, ma soprattutto il più toccante dove tra applausi e lacrime si saluta Maria.