“Buongiorno, anzi no, scusatemi se proprio… Non riesco, proprio a dirlo…”. Esordisce così la sorella di Gianluca Trimarchi non appena letta la notizia della scarcerazione dell’aggressore di suo fratello, Francesco Saporito, apparsa su un importante quotidiano”.
“Oggi – continua – è un giorno… che di buono non ha proprio nulla! Ancora una volta riceviamo un pugno, stavolta al cuore, stavolta non solo dato a Gianluca, ma inferto a tutta la nostra famiglia. Mi sveglio e leggo i giornali, perché in Italia, sappiatelo, è giusto e legittimo, che, notizie del genere, è così che dobbiamo riceverle…incredula, mi fermo più volte a leggere il titolo di un articolo in prima pagina di un noto quotidiano regionale.. Presto arriva conferma di ciò che speravo non fosse vero… E leggo che chi ha causato tutto il nostro dolore, oggi è tornato a casa propria, in regime restrittivo (sicuramente), ma comunque A CASA PROPRIA, dove è circondato dalla propria famiglia e dove può ritrovare il suo divano, i suoi effetti personali, dove può ricevere l’abbraccio dei propri cari, (cosa che noi non possiamo fare) … Cose “normali”, insomma. Tutte Cose che mio fratello, purtroppo, adesso non può fare e che purtroppo, non sappiamo ancora, se tornerà a fare mai… A casa nostra, invece, il silenzio.
“Ci sono ancora le cuffie della sua radiolina riposte da lui insieme al PC, lì sulla scrivania della sua camera, li dove li ha lasciati lui la sera prima, il suo letto in ordine che aspetta il suo rientro da quella maledetta notte del 23 luglio scorso, i suoi vestiti appoggiati sulla sedia, il suo borsone da calcio, accanto alla libreria, con il vestiario perfettamente riposto dentro, in attesa degli allenamenti che cominceranno a breve, ma senza di lui… E quella maglietta con il numero 1 stampato dietro, che ogni volta che tocco per sentire il suo profumo, non riesco a stringere per più di un minuto… E Brucia il cuore. Due bambini chiedono ogni giorno quando passerà la “bua” allo zio, aspettano che torni a portarli alle giostre, al mare, a vedere una sua partita di pallone gridando il suo nome dagli spalti… Tanti gli abbracci le telefonate di amici e conoscenti, ed anche di sconosciuti… Perché a Gianluca è impossibile non volergli bene, anche solo per ciò che il mondo intero sa e racconta di lui… Sono triste, immensamente, e penso che Forse la nostra estrema educazione e la nostra compostezza, hanno indotto qualcuno a pensare, erroneamente, che abbiamo” accettato “questa triste condizione senza battere ciglio, ma così non è” .
Lotterò, con tutte le mie forze, prima di tutto perché mio fratello viva, perché, voglio ricordare a chi tanto ha detto e scritto, che GIANLUCA LOTTA ANCORA PER LA VITA, e poi, per AVERE GIUSTIZIA, perché non è questo il mondo che voglio consegnare agli adulti di DOMANI, IN PRIMIS AI MIEI FIGLI! RIPETO, VOGLIO GIUSTIZIA, in essa ho sempre creduto, perché mio papà, (un grande papà) e mia mamma,( una grande MAMMA) , ci hanno insegnato QUESTI VALORI, ED È IN NOME DI QUESTI VALORI CHE MI BATTERÒ E CI BATTEREMO, INSIEME. #FORZAGIANLUCAcheIlNovantesimoMinutoDeveAncoraArrivareEnoiSiamoQuaComeSempreAtifarePerTe?