La sua Savoca ha dato l’ultimo saluto al dottore Pippo Casablanca. Si è chiuso l’ultimo atto della sua vita terrena. Si è chiuso l’ultimo atto di un medico che ha svolto la sua professione con passione, spirito di servizio e umanità. Si è chiuso l’ultimo atto di un amico che, con il suo altruismo e generosità, aiutava tutti con l’innata capacità di non dire mai di no. Si è chiuso l’ultimo atto di un cattolico e politico che con le sue capacità discernitive e organizzative si è sempre messo a disposizione della propria comunità nel massimo della riservatezza. Si è chiuso l’ultimo atto di un marito e padre amorevole ed esemplare. “Nato da un papà carabiniere e da una madre casalinga”. Sono queste le prime parole dell’avvocato Trimarchi che ha stento ha trattenuto l’emozione. “I suoi genitori sono stati capaci di educarlo come meglio non si poteva e lascia affetto e soprattutto stima. Era un vero amico capace di essere vicino sia nel momento di sconforto che in quelli di gioia. Soltanto con le sue capacità è riuscito a diventare un ortopedico importante non solo per il comprensorio jonico ma anche per la città di Messina. Ha fatto tesoro del suo maestro ed è diventato gradualmente un pilastro essenziale del Cristo Re, concludendo la sua carriera da primario. La casa di cura messinese gli deve tanto. Con la sua dedizione e professionalità ha contribuito a renderla migliore”. L’amico Trimarchi conclude con un sogno premonitore: “ho sognato Pippo un’ora prima che la moglie Francesca mi chiamasse seduto su una sedia a rotelle che scendeva dal piano superiore a quello inferiore”. Il pensiero di Trimarchi è stato toccante ed interrotto, più volte, dagli applausi di una chiesa gremita.