Serata da incorniciare quella vissuta da sommelier, aspiranti tali e appassionati del vino nei locali dell’Hotel Diodoro di Taormina in occasione di una bellissima degustazione guidata di sette vini dell’Azienda “Cantine del Notaio” con la presenza in sala di Gerardo Giuratrabocchetti, patron dell’azienda, che ha ereditato dal nonno le vigne ove produce i suoi ottimi prodotti e dalla professione del padre, il notaio appunto, l’appellativo conferito alla denominazione aziendale.
Coadiuvato nella presentazione dei vini dai puntuali approfondimenti di Gioele Micali, delegato AIS della sezione di Taormina, e da Paolo Tamagnini, sommelier professionista, relatore e commissario d’esami appositamente giunto dall’Umbria per presenziare all’evento, Gerardo (lo appelleremo così per non dover ogni volta ricorrere al suo lunghissimo cognome, il più lungo d’Italia…) forte della sua verve dialettica, dall’evidente passione per il vino e per tutte le fasi della vinificazione nonché dall’amore per il suo territorio, il Vulture, ha deliziato gli astanti con pillole di informazioni, semplici concettualmente a ben pensarci ma assolutamente non immediate nella comune percezione delle fasi fisiche e chimiche che percorrono il mondo del vino e la natura in genere che hanno ammaliato i quasi cento intervenuti per un evento di quelli dove ciascuno dei presenti potrà un giorno affermare con fierezza: “io c’ero!”.
“La Stipula” (2013), rosé millesimato metodo classico, color rosa antico con un perlage fine e persistente; “La Parcella” (2016), Aglianico e Fiano, dal colore giallo paglierino brillante, nel bicchiere luminoso come una lampadina accesa, fresco e sapido, di struttura complessa; “Il Rogito” (2016), più di un rosato, oseremmo dire un “rossato”, Aglianico del Vulture in purezza, dal profumo di piccoli frutti rossi e al palato avvolgente, fresco e persistente; “Il Repertorio” (2015), il rosso che fa da spartiacque degustando il quale si colgono gli elementi precipui dell’Aglianico che te lo fanno amare oppure no coi suoi tannini non invadenti e ben amalgamati con tutto il resto; “Il Sigillo” (2012), rosso profumatissimo al naso, e al palato vellutato e dal finale speziato; “La Firma”, una magnum del 2009, vino di grande complessità, potente al palato, persistente con un finale piacevolmente balsamico. Il settimo vino (blind tasting), servito alla cieca, ha costituito la degna conclusione della serata, un Moscato del Vulture, etichettato come “L’Autentica” (2016): ampio ventaglio di profumi mielosi con al palato una prevalenza di sentori di agrumi canditi e marmellata di albicocche ma al contempo di bella acidità.
“50 sfumature di Aglianico del Vulture”: una successione di sensazioni, di profumi che le fredde parole non potranno mai rendere giustizia a grandi vini tutti accomunati da un grande equilibrio.
L’occasione è stata propizia per premiare Anita Auditore quale più giovane sommelier di Sicilia essendo divenuta tale a 18 anni e un mese e che ha ricevuto direttamente dalle mani del dott. Paolo Tamagnini l’ambito riconoscimento al cospetto anche del vicepresidente AIS Sicilia Giovanni Alessi.
L’Aglianico e tutto il Vulture, grazie ai vini portati in degustazione e all’alto contenuto didattico, oltre che appassionato, dell’intervento e della presentazione del nostro Gerardo, hanno fatto centro nel cuore dei presenti tanto che numerose sono state le immediate richieste di visitare le cantine del Notaio oltre che tutta la regione del Vulture contraddistinta dall’omonimo vulcano spento sorto 700.000 anni fa.
Merito della riuscita della serata la perfetta macchina organizzatrice messa a punto da Gioele Micali supportato al servizio da Davide Federico, Dana Danutza, Giuseppe Visalli e Gianluca La Limina.