I preti della diocesi di Messina – Lipari – S. Lucia del Mela si sono incontrati dal 19 al 21 u.s. accolti in una nota struttura alberghiera di S. Alessio Siculo e dal parroco p. Luciano Zampetti per fare il punto su un tema vitale del loro ministero: la relazione. Hanno così vissuto un percorso di formazione guidati dallo psicoterapeuta Giovanni Salonia e dalla sua equipe. Hanno preso pienamente parte alla tre giorni il Vescovo Giovanni Accolla e il suo ausiliare eletto Cesare Di Pietro. Fra residenti e pendolari, l’esperienza ha visto la partecipazione di circa 80 preti. Interessante la metodologia di lavoro, improntata allo stile laboratoriale: conferenza, gruppi di studio, relazione e confronto in assemblea.
Le giornate erano ritmate dalla preghiera, dalla condivisione dei pasti, dalla celebrazione eucaristica vespertina, da momenti di fraternità. La prima sera i preti hanno celebrato nella chiesetta del Carmelo di S. Alessio (e per questa occasione il vescovo ha invitato i sacerdoti che festeggiavano il 36° di ordinazione a presiedere), mentre la sera del 20 giugno mons. Accolla, attorniato da circa 40 preti e ha da una buona porzione del popolo di Dio forzese, ha presieduto una bella celebrazione nell’imponente Chiesa madre di Forza d’Agrò (a cui rimanda la foto). All’omelia il presule ha richiamato il tema dell’identità personale da declinare con il Padre e con i fratelli (fraternità presbiterale e fraternità parrocchiale), richiamando la “parabola dei due fratelli” (Lc 15). Di particolare impatto un passaggio: il rischio come “desiderio” di relazione, come sogno di fraternità. “Cosa fa il Padre nella gioia della sua riunione? Riscatta la dignità di colui (il figlio minore) che aveva rischiato e perduto tutto. E questo fa arrabbiare il maggiore che non aveva rischiato nulla. Se c’è un peccato in questa parabola – stando alla rilettura “relazionale” – è quello di non rischiare nulla per vivere il proprio desiderio profondo di fraternità”.
Da questi pochi accenni – la tre giorni era off-limits per i non addetti ai lavori – traspare che i nostri preti hanno lavorato sodo e sono desiderosi di testimoniare con l’autenticità della loro vita la “profezia della fraternità”.