“Il San Domenico che diventa albergo stagionale è la cartina di tornasole del turismo a Taormina. Siamo arrivati ad un bivio, il turismo balneare non può più bastare. O si cambia e si punta davvero sulla destagionalizzazione o le aziende resteranno aperte soltanto nella stagione e poi avvengono i licenziamenti”.
Il monito arriva dal presidente emerito di Uftaa (la Federazione internazionale degli Agenti di Viaggio), Mario Bevacqua sulla vicenda dell’Hotel San Domenico Palace, che si avvia ad un lungo periodo di chiusura (almeno un anno) per lavori di ristrutturazione e che intanto ha comunicato la volontà di procedere ad un “piano di licenziamento collettivo dell’intera forza lavoro aziendale” ed ha anche deciso di avviare in prospettiva la trasformazione del periodo di apertura dell’hotel “da annuale a stagionale”.
Il gruppo Statuto, proprietario del San Domenico, ha rilevato “la diseconomicità a mantenere un’apertura annuale della propria struttura alberghiera”, alla luce “dell’evidente e generalizzata stagionalità del flusso ricettivo turistico nel Comune di Taormina”. “Dispiace e preoccupa che i lavoratori vengano licenziati. Purtroppo è una vicenda emblematica dell’attuale stagionalità del turismo di questa città, le cui potenzialità sono enormi ma dove occorre una programmazione per consentire alle persone di poter scegliere Taormina d’inverno, e di conseguenza per consentire alle aziende e agli operatori economici di restare aperti. Non basta più il turismo sole e mare e non basta fare qualche evento ogni 10, 15 o 20 giorni, mentre d’estate si fanno spettacoli ogni giorno e a tutte le ore nonostante Taormina sia già strapiena di gente a prescindere. Taormina potrebbe raddoppiare le presenze annuali se si pensasse per tempo ad un programma di intrattenimento da pianificare insieme agli operatori del turismo. E’ quello che manca. Occorrono soluzioni per mantenere aperte le strutture alberghiere, altrimenti le persone se ne vanno alle Canarie o alle Baleari. In quei posti il turismo funziona d’inverno perché c’è vita nei centri urbani. Il problema qui non sono solo le strutture ricettive che chiudono ma il fatto che si abbassano i servizi in città, tutti o molti chiudono e il turista trova una città chiusa. Il Palacongressi può aiutare ma va gestito come una struttura multifunzionale di servizi, per far sì che possa trainare l’intero comparto economico locale. Bisogna mettersi d’accordo anche con Giardini e Letojanni per tenere il comprensorio vivo ed appetibile alla gente”.