SANTA TERESA DI RIVA – Il promesso “baratto amministrativo” proposto dall’amministrazione comunale per aiutare i contribuenti che non riescono a pagare i tributi comunali, a Santa Teresa chi l’ha visto?
Il progetto è arenato da un anno e mezzo, nonostante sia stato pubblicizzato con conferenze e strombazzato sui media come un ulteriore passo verso le fasce più deboli . “E’ colpa – dicono in Municipio – della normativa farraginosa che mette il comune nelle condizioni di spendere più (contributi, assicurazione, formazione) di quanto potrà ricavarne”. Quindi tutto fermo in attesa che arrivino i chiarimenti richiesti.
Il comune di Santa Teresa di Riva era stato tra i primi a proporlo ai suoi cittadini sfruttando il decreto “sblocca Italia” (legge 164/2014), ma mentre altrove sono già avanti, Santa Teresa non riesce ad attuarlo. Nonostante il consiglio comunale nella seduta dell’8 luglio 2015 avesse approvato il relativo regolamento e nonostante sia stato pubblicato l’avviso pubblico (7 settembre) per “reclutare” gli aventi diritto all’esenzione totale o parziale dei tributi comunali e delle tariffe dei servizi a domanda individuale. Poi si sono accorti che c’era un errore (marzo 2016). E’ stato modificato l’articolo 8 del regolamento dei lavori di utilità collettiva (Luc) finalizzati all’esenzione parziale o totale dei tributi e delle tariffe comunali per le famiglie indigenti. E’ stato corretto un errore, già evidenziato a suo tempo, sul limite del reddito Isee per potere accedere al beneficio dell’esenzione. Adesso la forbice è stata portata da un minimo di 2001 euro fino a 7000 euro per ottenere l’esenzione parziale del 50% di tasse e tributi (prima era da 2001 a 3000 euro).
In seguito all’avviso pubblicato nel settembre scorso, per potere accedere a queste compensazioni, erano pervenute 24 istanze da parte di altrettante famiglie che versano in gravi difficoltà e che non riescono a mettersi in pari con i tributi comunali. Le istanze sono state verificate dall’assistente sociale del comune la quale ha rilevato che solo pochissime istanze potevano essere prese in considerazione proprio a causa del limite troppo basso rispetto alle reali esigenze delle famiglie. L’anomalia è stata segnalata all’amministrazione comunale che ha deciso di dare corso alla modifica dell’art.8 aumentando il limite di Isee delle famiglie che hanno richiesto il beneficio, per potere inserire più soggetti che si trovano in oggettivo svantaggio economico. Il consiglio comunale ne ha preso atto ed all’unanimità, per non acuire il disagio sociale e per salvaguardare gli standard minimi di dignità, ha approvato la modifica del punto b dell’articolo 8 del Regolamento.
Da allora tutto si è fermato, anzi si sono impantanati nelle sabbie mobili dell’ immobilismo, il nuovo bando per la riapertura dei termini non è stato pubblicato. Ed il comune non ha aderito nemmeno alla rottamazione delle cartelle. Scelte.