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Taormina, in manette la coppia dell’Alfa nera: le vittime venivano sequestrate e derubate

I Carabinieri della Compagnia di Taormina, diretti dal COmandante Arcangelo Maiello, hanno arrestato una coppia originaria di Giarre accusata di aver compiuto una serie di rapine con sequestro di persona avvenute tra Taormina, Giardini, Calatabiano, Giarre, Riposto e Aci S.Antonio. Si tratta di un uomo e una donna che avrebbero scelto come loro vittime, in particolare, le donne. Una ragazza fermava, infatti, la malcapitata che era alla guida di una macchina e dalla stessa di faceva accompagnare in un luogo che diceva essere casa sua ma a quel punto arrivava invece il complice che sotto minaccia derubava la vittima. Poi i due fuggivano mentre la vittima rimaneva comprensibilmente impaurita per quanto accaduto. La storia aveva suscitato molta paura di recente nella zona di Taormina e nei centri della Valle dell’Alcantara e del catanese poichè si era diffusa la voce che vi fosse un’auto nera che effettuava queste azioni e anche perchè la stessa vettura nera era stata pure segnalata in prossimità di una scuola. La vicenda si è diffusa sui social network dove si è discusso per diversi giorni il caso tra i cittadini preoccupati per quanto stava avvenendo, anche se qualcuno riteneva che i fatti non fossero veri.

Invece i Carabinieri, che hanno subito avviato le indagini, sono risaliti alla coppia della Alfa Nera e a quanto pare avrebbero fatto scattare le manette con le accuse di tentata estorsione, rapina e sequestro di persona in concorso. Sempre nei giorni scorsi c’era stato un messaggio audio che si era diffuso tra i vari centri del taorminese e dell’Alcantara sino ad altri centri del catanese, nel quale una signora lanciava l’allarme raccontando un episodio occorso ad una conoscente che era rimasta vittima di una rapina nella zona di Calatabiano. “Un’amica di mia sorella – affermava la donna che ha registrato il messaggio audio -, tornando da un compleanno nella zona di Calatabiano ha visto in mezzo a una strada una ragazza che cercava aiuto e vedendo appunto che era una ragazza si è fermata.

La giovane si è fatta accompagnare in un posto, dicendo che era casa sua, ma lì c’era purtroppo un complice che li stava aspettando ed è entrato nella macchina di questa amica di mia sorella e gli ha puntato una pistola e l’hanno derubata. Grazie a Dio non le hanno fatto del male ma, a quanto pare, stanno usando questa tecnica. Usano le ragazine, comunque delle donne, per dare sicurezza e le fanno entrare in macchina. Poi succede quello è che accaduto a questa persona. Sono cose bruttissime”.

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