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Taormina, “Socialis” pubblica lo studio di Veronica Leotta, esperta del Cutgana per Isolabella

E’ stato pubblicato lo studio che la testata giornalistica online Osservatorio Socialis ha commissionato a Veronica Leotta, una dei tre vincitori del Premio Socialis 2015 per tesi di laurea sulla Responsabilità sociale d’impresa e sviluppo sostenibile relativo alla tredicesima edizione.

Veronica Leotta – esperta del Centro di ricerca Cutgana dell’Università di Catania per la Riserva naturale orientata Isola Bella di Taormina – ha partecipato al premio con la tesi “L’ecopsicologia applicata all’educazione ambientale: un nuovo modello per l’etica dell’ambiente” conseguita nel 2014 nel corso di laurea in Scienze ecologiche ed Educazione ambientale del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Ateneo catanese.

Nello studio della Leotta dal titolo “Educazione ambientale in Sicilia – Come far crescere una cultura cominciando dalla scuola” sono emersi tre temi fondamentali: Natura, Educazione e Sicilia ed, inoltre, sono evidenziate le attività di educazione ambientale promosse dal Cutgana nelle otto aree naturali protette in gestione grazie al progetto ScuolAmbiente.

“Nell’ultimo decennio, in Sicilia, il profilo dell’educazione ambientale è mutato in modo graduale e progressivo – spiega Veronica Leotta, iscritta al secondo anno del cdl magistrale in Scienze per la tutela dell’ambiente dello stesso dipartimento catanese -. Ormai non si parla più solo e semplicemente di educazione ecologica ma di educazione per l’ambiente e la sostenibilità. Sarebbe, inoltre, troppo riduttivo e poco corretto affrontare lo studio di questo ambito disciplinare senza considerare anche l’incommensurabile patrimonio naturalistico e paesaggistico che la Regione Siciliana detiene e preserva, costituito da tre Orti Botanici (Catania, Messina e Palermo) e 94 aree naturali protette”. “Fino a qualche anno fa la decisione di fare o non fare educazione ecologica nelle scuole di ogni ordine e grado è stata una libera scelta dei docenti e dei dirigenti scolastici – aggiunge la Leotta -. Pertanto, fino a quel momento, le iniziative di educazione ambientale potevano provenire o da parte degli istituti scolastici oppure da cooperative, organizzazioni e associazioni ambientaliste non profit attive anche in ambito ecologico-educativo”. “Il destino di questa disciplina è cambiato radicalmente il 14 gennaio 2015 quando è stato annunciato l’inserimento dell’educazione ambientale come insegnamento obbligatorio nelle scuole di ogni ordine e grado a partire dall’anno scolastico 2015/2016 – continua Leotta – . Il progetto redatto dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con quello all’Istruzione e al contributo del Formez contiene le Linee Guida che dovrebbero far diventare l’educazione ambientale per la sostenibilità strumento imprescindibile. Nel progetto del Ministero dell’Ambiente non dovrà più essere discrezionale, ma disciplina scolastica obbligatoria, autonoma e strutturata”. “A prescindere dalle Linee Guida è possibile elencare tutta una serie di attività che ci dimostrano come gli istituti siciliani siano in anticipo rispetto ai Ministeri in tema di educazione ambientale. Negli ultimi anni, infatti, si sono affermate e moltiplicate, più o meno repentinamente, realtà, azioni ed esperienze volte ad ampliare le forme e i contenuti dell’insegnamento e dell’apprendimento per avvicinare alle tematiche ecologico-ambientali bambini, ragazzi e adulti. In Sicilia i contesti in cui l’educazione ecologica ha trovato terreno fertile e in cui ricopre un ruolo rilevante a livello formativo, educativo, ludico-creativo, riabilitativo, terapeutico e socio-culturale sono le Aziende e Fattorie didattiche, Fattorie educative, Fattorie sociali, Centri di educazione ambientale (CEA), Parchi avventura e tematici e le Scuole all’aperto”. “A ricordarci come le scuole siciliane siano molto più avanti delle indicazioni ministeriali lo dimostra per esempio – conclude l’autrice – il boom di Orti scolastici che si sono moltiplicati in tutto il territorio regionale”.

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