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sabato, Novembre 23, 2024
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I Grandi di Persia, domenica Sgarbi inaugura mostra d’arte contemporanea a Taormina

Sarà visitabile sino al 20 ottobre l’importante mostra “I Grandi di Persia”, allestita presso la Fondazione Giuseppe Mazzullo nella prestigiosa sede del Palazzo dei Duchi di Santo Stefano a Taormina. La mostra (iniziata il 5 ottobre) sarà presentata dal critico Vittorio Sgarbi domenica 9 ottobre alle 15.30.

L’esposizione accoglie le opere di quattro artisti persiani – Vishka, Amir, Rasta e Haniye – la cui attività, apprezzata a livello internazionale. Nei primi due la ricerca si caratterizza per un discorso che lega i contenuti estetici e la sperimentazione artistica a temi di rilevanza sociale a difesa della dignità e della libertà umana e dei diritti delle donne. L’idea conduttrice della mostra, la quarta che si tiene in Italia e che ha toccato le principali capitali d’arte del mondo, trae spunto dalle riflessioni compiute dal suo ideatore, il noto collezionista Persiano Behnam, nato nel 1958 in una famiglia Baha’i della città di Sangsar al nord dell’Iran. Trasferitosi in Italia nel 1978 dopo la Rivoluzione Iraniana, Behnam ha deciso di dedicarsi all’arte contemporanea divenendo ben presto uno dei maggiori collezionisti d’Europa.

Il nucleo tematico che innerva la mostra è dedicato alla difesa dei diritti della donna nel mondo ed attinge all’antica cultura dell’Asia centrale, innestandosi nel cuore degli insegnamenti del grande imperatore persiano Ciro II il Grande, vissuto nel VI secolo a.C., il cui testamento ha consegnato una lezione di tolleranza e di difesa della dignità della vita umana e della donna che ha ispirato alcuni articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. A tali temi si sono ispirati i due artisti Vishka e Amir, le cui opere non sono in vendita, ma verranno donate a musei internazionali per realizzare iniziative e progetti nel campo della solidarietà e della difesa dei diritti umani.

Nelle opere dei quattro artisti persiani Amir, Haniye, Vishka e Rasta, un intenso lirismo autobiografico e un “nostos” elegiaco per la terra madre e per l’India, nelle vibrazioni cromatiche calde e pastose, si mescolano a toni di realismo e di aperta denuncia sociale e di inquietante mistero. La mostra, oltre a rappresentare un momento di importante riflessione su temi di grande attualità come i diritti delle donne, costituisce altresì un’occasione di confronto con le esperienze d’arte contemporanea maturate nel Medio oriente in un intreccio fra pensiero antico ed interpretazione odierna nell’inestimabile eredità di valori e di cultura che ha gettato le basi per la nascita della civiltà mediterranea.

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